Folia Canonica 11. (2008)

STUDIES - Card. Péter Erdő: Rigidita ed elasticita delle strutture normative nel dialogo ecumenico

10 CARD. PÉTER ERDŐ testo déllé fonti indicate in calce delle pagine nell’edizione “fontium annota­tione” ampliata del Codice. Questa collana perô, cioè la Codicis luris Canonici Fontes, non contiene quelle fonti ehe erano accessibili già nel Corpus luris Cano­nici o nei Decreta dei Concilio di Trento. Secondo 1’opinione degli editori, in- fatti, tutti questi testi erano necessari per la comprensione e 1’applicazione dei Codice. La codificazione dei diritto canonico orientale era caratterizzata all’inizio dalla stessa logica. Ma si preferiva seguire una strada inversa: prima si pubblica- va la lunga collana Codificazione Canonica Orientale. Fonti'3, e poi, rispettivamen- te parallelamente, si codificavano i singoli settori dei diritto canonico orientale. Dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa desiderava la revisione di questi “Codici”. Non si voleva quindi prendere completamente distanza dalla tradi- zione disciplinare, anche se, secondo le indicazioni delTultimo concilio ecume- nico, il rinnovamento di non poche norme era necessario. Dopo la promulga- zione dei Codice di Diritto Canonico dei 1983 e dei Codice dei Canoni delle Chiese Orientali dei 1990, la Santa Sede stessa ha pubblicato questi testi legisla­ted anche con l’indicazione delle loro fonti13 14. Questo fatto ha messo in evidenza ancor più chiaramente la legittimità sia delle antiche ehe delle nuove norme. Dali’altra parte, era anche questa pubbli- cazione un’aiuto pratico per l’applicazione del diritto. Nel canone 6 § 2 del Codice della Chiesa latina troviamo per esempio tuttora il rinvio alia tradi- zione: i canoni che riportano il diritto antico devono essere interpretati tenen­do presente anche la tradizione canonica. b. Il senso speciale della codificazione nella Chiesa è le sue conseguenze inmediate nell’insegnamento Date queste caratteristiche del diritto canonico “codificato” diversi autori hanno formulato una opinione secondo la quale il Codice Pio-Benedettino probabilmente non risulta essere un “vero Codice” nel senso ritenuto ormai proprio del termine. Eppure questa codificazione del tutto speciale dei diritto canonico (o almeno di quello della Chiesa latina e delle Chiese orientali catto- liche) non sarebbe stata la giustificazione della cosiddetta crisi della canonistica del XX secolo, ma piuttosto la scelta metodologica, secondo la quale 1’interpre­13 Fonti della Codificazione Orientale. Serie I (13 volumi), Serie II (32 volumi), Serie III (14 volu- mi); cfr. A. L. Tautu, Relazione sulla stampa della Serie III delle fonti della codificazione orientale, in Nuntia 3 (1976) 96—100; L. Glinka, resoconto stilla pubblicazione delle fonti della codificazione orientale, in Nuntia 10 (1980) 119-128. 14 Pontificia Commissio Codici Iuris Canonici Authentice Interpretando, Codex iuris canonici auctoritate Ioannis Pauli PP. II promulgatus, fontium annotatione et indice analytico-alphabetico auc­tus, Città del Vaticano 1989; Pontificium Consilium de Legum Textibus Interpretandis, Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium auctoritate Ioannis Pauli PP. 11 promulgatus, fontium annotatione auctus, Città del Vaticano 1995 (alla fine del volume troviamo una lista con i luoghi dove i testi delle fonti dei singoli canoni si trovano nelle diverse edizioni stampate: “De accessu ad fontes”, 565-593).

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