Folia Canonica 10. (2007)
STUDIES - Géza Kuminetz: Sándor Horváth O.P. come tomista e filosofo del diritto e il diritto naturale come parola chiave della filosofia del diritto
SÁNDOR HORVÁTH O.P. COME TOMISTA E FILOSOFO 45 Secondo Horváth, la fonte del diritto è la giustizia sociale; per egli il vocabolo diritto significa quanto segue: “il diritto deve essere inteso nel significato vero e proprio della parola. Solo cosi sarà identico alla giustizia, ehe insieme all’onore e alla realizzazione si presentano in ogni circostanzanella forma di atto. Il Signore della natura ha misurato questa verità comune. Diritto è quando ogni comunità si adegua se vuole essere difesa dalla natura e vuole diventare istituzione stabile per l’educazione dei soggetto e per la gioia di esso. Diritto è quando viene bene- detto dal Signore della natura; la Sua volontà gli dà forza e inviolabilità. Diritto è quando la necessaria deteriorizzazione e rovina minaccia le varie société ehe non nascono da questo onore, oppure non vogliono vivere con questa forza. Diritto è quando gli elementi della società richiamandosi alla santità della natura possono chiedere di diventare membri di solo quelle comunità dove i legami sociali li uni- scono in modo forte e compatto. Diritto è quando superiore ed inferiore o gover- natore e governato sono di fronte l’uno all’altro e metteno in ordine la moltitu- dione, cosicché possono porre le proprie esigenze in base alla iustitia legalis e vivere secondo quanto deciso. Infme diritto è quando il Signore della natura non conosce legittimo tutto ciö ehe non concerne la giustizia sociale e lo defmisce il- legittimo e lo considera come un neonato deforme dei mondo morale”.31 La deduzione finale è quindi: diritto ci puô essere solo dove c’è giustizia. Se il contenuto interiore è ingiusto, questo non potrà mai diventare diritto. Nemmeno quando questo da un punto di vista estemo si présenta con tutte “le connotazio- ni”, oppure il potere con mezzi estemi lo porta a termine.32 Alla base della giustizia non puô mancare il diritto, ma da questa defmizione non emerge quale sia il contenuto della giustizia. Ci sono degli altri concetti per definire la giustizia. Con cio, peró, entriamo in aspetti filosofici (metafisici) ehe invece nel pensiero di Horváth troviamo la risposta attraverso 1’ ideale giuridico. 1.2. Il rapporte tra il diritto e la legge Per prima cosa Sándor Horváth analizza etimologicamente il vocabolo33 “legge”.34 Gli elementi dedotti dall’analizzazione etimologica si riferiscono alle 31 HORVÁTH, S., Társadalmi alakulások és a természetjog, [Configurazioni déllé società e diritto naturale] Budapest 1942, 31. 32 Per questo motivo non separa San Tommaso il diritto formale da quello materiale. 33 L’autore analizza i significati basilari del vocabolo in ungherese, latino e greco. Il vocabolo ungherese significa consuetudine, diritto consuetudinario. Da questo deriva ciö che i filo- logi indicano provenire dalla lingua turea “törü”. In latino lex che 1. deriva dal verbo legere; 2. dal grego lego e 3. dal verbo ligare. Cosi il primo significato, secondo Varro, è quello di uno scritto ehe è stato dato dai legislatori agli interessati perché lo leggessero. II secondo significato è quello di opinare, enunciare, decidere. II terzo significato proviene da San Tommaso ehe è vincolo, forza morale (la forza obbligatoria della legge). La parola grega nomos è quella che contiene tutti e i tre significati fin qui descritti. Secondo Horváth c’è attinenza tra consuetudine e nomo e cosi il diritto ha una consistenza più forte. 34 Per l’etimologia della parole legge védi: Horváth, S., Az örök törvény, [La legge perenne] in Vigilia 22(1975), 513.