Folia Canonica 9. (2006)

STUDIES - Carlos Larrainzar: L'edizione critica del decreto di Graziano

L’EDIZIONE CRITICA DEL DECRETO DI GRAZIANO 71 noscritti, SgFd BcAaPPfr, ha orientato meglio le nostre ricerche, indubbiamen- te, perô non elimina la nécessita di tenere nella giusta considerazione anche quanto si puô ricavare dagli altri codici: una massa di più di 200 manoscritti anti- chi - della seconda metà del secolo XII o dell’inizio del secolo XIII - dei quali si dovrà tener conto,4 poiché non tutti offrono le stesse informazioni, come se fos- sero un unico gruppo omogeneo. Questa sola considerazione basta per avvertire che non è facile rispondere a una questione semplice come questa: che cosa si in­tende attualmente per edizione critica dei Decreto di Graziano?5 Posso assicurare ehe io e le persone con le quali lavoro, per quanto ardua po- tesse sembrare l’impresa, non abbiamo risparmiato energie. Per il momento ab- biamo studiato fino nei dettagli, assieme a mold altri, i codici SgFdBcAaP. Per- sonalmente ho fatto addirittura una prima trascrizione dei codice Sg - con una bozza quasi completa dei suo probabile apparatus fontium - 1’edizione dei quale dipenderà dal progresso dei nostri studi, dalla sicurezza dei risultati raggiunti e dal riconoscimento della comunità scientifica. Disponiamo di microfilms a colo­ri dei codici ehe consideriamo fondamentali: SgFdBc, e questo materiale è an­che digitalizzato, e trascritto in buona parte, di modo che in qualunque momento si possono riesaminare i dati quasi come se lavorassimo sui codici stessi. Abbiamo inoltre riunito copie dei circa 210 codici più antichi dei Decretum Gratiani, e anche moite decine di altri codici posteriori. A queste si sono andate 4 Per la selezione e l’indicazione dei manoscritti si è soliti utilizzare le sigle proposte da R. Weigand, Die Glossen zum Dekret Gratians. Studien zu den frühen Glossen und Glossen­kompositionen. Teil / und 11= SG 25 (1991) e Teil III und IV = SG 26 (1991): in questo contri­buto si fornisceun elenco di 196 manoscritti (pp.XXl-XXiv). L’elenco fu in seguito allargato ad altre poche sigle: PDqLt Qa Se VuLk. Per parte mia ho aggiunto le siglePfrSgLm. Sopra que­sto téma si vedano le note 46 e 50 del mio studio C. Larrainzar, ‘La investigación actual’ ci­tato sopra alla nota 2. Per l’indicazione delle edizioni del Corpus Iuris Canonici proponiamo di utilizzare le abbreviazioni edR (= editio romana) e edF(= edizione di Friedberg), al fine di evitare un guazzabuglio di “edizioni” e “manoscritti” che puô solo creare equivoci. Si puô inoltre continuare a utilizzare le sigle dei manoscritti di Friedberg: A (= Ka) B (= Kb) C (= Mm) D (= Mc) E (= Md) F (= Ld) G (= Wo) H. 5 Oggi possiamo discutere su come raggiungere il risultato, ma credo che non sia opportu­no questionare sul fine proposto. Ritengo dunque ehe noi tutti dobbiamo perseguire la meta in­dicata da Stephan Kuttner nella sua sintesi del 1984, nella Università di Cambridge: cf. S. Kuttner, ‘Research on Gratian: Acta and agenda', Proceedings of Cambridge MIC C-8 (Cit- tà del Vaticano 1988) 3-26 (= Studies in the History of Medieval Canon Law [Hampshire 1990] No. V con Retractationes a p.7). In quella occasione concludendo il suo intervento il grande canonista tratteggiava 1’auspicata “edizione critica” con queste parole: “That edition, without attempting to construe a hypothetic original, ought to produce a book in which the re­ader could discern the stages of its making; a book, however, in which he could also recognize the text as it circulated and became standardized, from the first generations of decretists to the early thirteenth century when commenting on Gratian’s work coalesced in the Glossa ordina­ria” (26).

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