Folia Canonica 8. (2005)

STUDIES - Ignazio ceffalia: "I sinodi intereparchiali". Strutture di coordinamento delle tre circoscrizioni ecclesiastische bizantine d'Italia

I SINODl INTEREPARCHIALl 185 tradizione bizantina d’ Italia separate «territorialmente dal mare e moralmente da usi e costumanze secolari»5. Alio stato attuale, permanendo l’identica situazione giuridica delle Eparchie Italo-albanesi e del Monastero-Esarchico, e dopo la promulgazione del CCEO, questa forma di consultazione e di coordinamento, divenuta ormai una figura propria della tradizione giuridica Italo-albanese, non trova una sua configurazio- ne nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, in quanto non si íratta né di un’Assemblea eparchiale (cann. 235-242) né di un’Assemblea metropolitana, patriarcale o arcivescovile maggiore (cann. 172,140-145), uniche figure giuridi- che contemplate nel CCEO, ma trae da questi organi di consultazione alcuni pun- ti di analogia. Infatti, come 1’Assemblea metropolitana, il Sinodo Intereparchiale è “un rag- gruppamento consultivo”, di queste circoscrizioni ecclesiastiche orientali pre- senti in Italia, “ehe presta la propria collaborazione” ai Gerarchi ehe le presiedo- no “nel gestire gli affari più importanti, specialmente per quanto riguarda l’aggiornamento delle forme e dei modi di apostolato, come pure la disciplina ecclesiastica, adeguandoli alle circostanze del tempo presente ed al bene comu- ne” di queste Chiese particolari (cfr. CCEO can. 140). Alla stessa stregua dell’Assemblea eparchiale il II Sinodo Intereparchiale è stato convocato dai Gerarchi delle Eparchie di Lungro, di Piana degli Albanesi e del Monastero-Esarchico di Grottaferrata dopo aver consultato i rispettivi Con- sigli presbiterali (can. 236). Analogamente a quanto il CCEO prevede per le Assemblée metropolitana ed eparchiale i Gerarchi, sempre di comune accordo, hanno costituito delle commissioni con il compito di preparare adeguatamente tutte le questioni da inviare ai membri dei sinodo e a tutte le comunità locali (par- rocchie, istituti religiosi, laici, gruppi ecclesiali ed altro), e di predisporre gli ar- gomenti (schemi) datrattarenellesessioni sinodali (cann. 144,240 §§ 2-4).Inol- tre, il Sinodo Intereparchiale, riunendo tre realtà ecclesiali ehe non fanno parte di alcuna struttura giuridica intermedia, ma si trovano tutte in soggezione imme­diata alia Sede Apostolica, per essere convocato nécessita deU’autorizzazione del Romano Pontefice, normalmente concessa attraverso la Congregazione per le Chiese Orientali. Circa i membri ehe devono essere convocati vengono detenninati nel “De­creto d’indizione del Sinodo” emanato dai tre Gerarchi, mentre gli statuti, i rego- lamenti dei vari organi ehe compongono 1’Assemblea sinodale, cosi come pure le varie commissioni ante-preparatorie e preparatorie, il sistema di votazione da 5 Dal discorso di apertura del I Sinodo Intereparchiale di Grottaferrata, tenuto il 13 ottobre 1940 dal Card. Luigi Lavitrano, Arcivescovo di Palenno ed Amministratore Apostolico dell’Eparchia di Piana dei Greci (poi dal 1941 cambiato in Piana degli Albanesi), in BBGG XI (1940)6.

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