Folia Canonica 6. (2003)

STUDIES - Dimitrios Salachas: Il sacramento della penitenza nella tradizione canonica orientale e problematiche interecclesiali

IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA NELLA TRADIZIONE CANONICA ORIENTALE 141 gliando ora imponendo dei rimedipenitenziali, epregando per la loro salvezza, e percio devi dare le soluzioni adatte. Nell 'esercizio di questo tuo ministero devi comportarti con modestia ed umiltà, che conviene agli uomini spirituali, in quanto darai conto a Dio. In questo spirito ti viene conferito questo ufficio». Quanto alla preghiera di assoluzione, non esiste una formula di assoluzione, ma diverse preghiere tra cui il sacerdote puô liberamente scegliere. Il contenuto di queste preghiere è deprecativo e in forma passiva. Una delle formule più co­muni di assoluzione deprecati va riportati dai libri liturgici greci, attribuita a San Giovanni Crisostomo, è la seguente: «Dio, che ha perdonato per mezzo del pró­féta Natan a David ehe confesso i suoi crimini, a Pietro che pianse amaramente il suo rinnegamento ; alla peccatrice che verso lacrime ai suoi piedi, al pubblica- no e alfiglio prodigo, lo stesso Dió ti perdoni per mezzo di me peccatore nel se- colo presente e in quello futuro, e non ti condanni quando comparirai innanzi al suo tribunale tremendo. Riguardo ai peccati che mi hai confessato, non avere al- cuna preoccupazione: va'in pace». La confessione dunque individuale e l’assoluzione dei peccati si fonda sulla Parola di Dio e si affida al Signore il perdono da lui più volte dato, secondo le Sa­cre Scritture, quasi a ricordare al penitente la fedeltà e la misericordia divina36. La confessione e l’assoluzione, sebbene un atto di liberazione personale dal pro­prio peccato e di individuale riconciliazione con Dio, présenta anche un carattere ecclesiale e comunitario37. Riassumendo la tradizione della Chiesa antica, si puo affermare ehe il sacra­mento del perdono nella teológia orientale va compreso alia luce della visione dell’uomo, dei peccato e della salvezza ehe hanno accentuazioni diverse rispetto alia visione occidentale. Per la teológia orientale, l’uomo è costituito essenzial- mente dal suo rapporta con Dio, impressogli, al momento della creazione, con l’immagine-somiglianza di Dio. Il peccato, rompendo il rapporta con Dio, anche se non toglie all’uomo la struttura delPimmagine di Dio, la deforma a livello on­to logico provocando la morte nell’essere. La teológia orientale non si sofferma sui peccato come colpa in quanto disobbedienza dell’uomo libero alla legge di Dio, ma lo considera piuttosto corne una privazione dell’essere-uomo e ne evi- denzia la sua natura di malattia mortale che deve essere curata. La salvezza ap­portata da Cristo è presentata, nella visione orientale, come una nuova creazio­36Cf. Simeone di Tessalonika (L1429), De poenitentia, PG 155, coi. 469-504. C. Korolevsku,. L'administration du sacrement de pénitence dans le rite byzantin, Stúdión, Roma 1925,36—45. A. Raes, Lesformulaires grecs du rite de la pénitence (Mélanges de Mgr Michel Andrieu), Strasbourg 1956, 577-588. Cf. M.Arranz, 1 Penitenziali bizantini, (Kano- nika 3), Roma 1993. 37 L. Ligier, Il sacramento della penitenza secondo la tradizione orientale, in Rivista Li- turgica 34 (1967) 597-627; ID. Pénitence et Eucharistie en Orient: théologie sur une interfé­rence de prières et des rites, in Orientalia Christiana Periodica 29 (1963) 5-78.

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