Folia Canonica 6. (2003)
STUDIES - Dimitrios Salachas: Il sacramento della penitenza nella tradizione canonica orientale e problematiche interecclesiali
152 DIMITRIOS SALACHAS tale e morale e la disciplina canonica delle proprie Chiese si distanziano essen- zialmente in diversi punti. Per la stessa ragione anche i penitenti, cattolici o orto- dossi, si troverebbero perplessi o turbati nella propria coscienza. Diversi casi concreti possono verifícarsi. I fedeli cattolici, orientali o latini, ehe ricorrono lecitamente a un ministro or- todosso per confessarsi, perché è físicamente o moralmente loro impossibile re- carsi dal ministro cattolico, si troveranno davanti a un ministro ehe segue una pastorale penitenziale diversa da quella cattolica. E’ noto ehe le Chiese ortodosse, in forza della concezione ecclesiologica loro propria, possono avere una disciplina ora più restrittiva ora più elastica. Il pericolo per il penitente cattolico di sen- tirsi offeso nella sua coscienza cattolica o di abbandonare la Chiesa cattolica e convertirsi all’Ortodossianon è escluso. Il confessore ortodosso seguirà la disciplina ortodossa; e cio potrebbe creare un turbamento nell’anima del penitente cattolico. Anche i fedeli ortodossi, ehe ricorrono spontaneamente e ben disposti a un ministro cattolico, orientale o latino, per confessarsi, si trovano davanti a un ministro ehe amministra il sacramento secondo la dottrina e disciplina cattolica. Tutto cio considerato, sia i penitenti cattolici, orientali o latini, sia i confessori cattolici devono essere informati circa i problemi pastorali ehe la communicatio in sacris comporta nell’amministrazione del sacramento della Penitenza. Indica- tivamente segnaliamo alcuni di questi problemi: 1. Situazione di fedeli cattolici divorziati e risposati, i quali ricorrono a confessarsi ad un sacerdote ortodosso Come è noto, le Chiese ortodosse, interpretando un detto di San Basilio, secondo il quale «non dobbiamo essere, con una sentenza troppo severa, di impedimento a coloro ehe sono salvati»,51 applicano ampiamente e con grande élasticité il principio della «oikonomia», cioè della misericordia e mansuetudine pastorale, e assolvono il penitente da qualsiasi peccato grave, sebbene impongano 1’accettazione di severe penitenze per i peccati mortali più gravi, specie per quel- li contro il Decalogo e la catechesi morale dei Vangeli e delle lettere degli Apostoli, come, ad esempio, nel caso di aborto o di adulterio, il divieto di accostarsi alla comunione per un certo periodo, qualche volta prolungato. Inoltre, applicando il principio della “oikonomia”, le Chiese ortodosse concedono il divorzio, in seguito al quale i fedeli ortodossi divorziati possono essere risposati in chiesa, e non si trovano in stato di peccato e non sono esclusi dalla Divina Eucaristia. Per la dottrina della Chiesa cattolica il matrimonio è indissolubile per diritto divino, 51 S. Basilio M., Epistula canonica ad Amphilochium, in PG, 32, 669 B: “...vereor enim, ne, dum eos volumus ad baptizandum tardos facere, impedimento propter sententiae severitatem simus iis qui salvantur".