Folia Canonica 4. (2001)

NEWS IN BRIED - Zenon Card. Grocholewski: Valorizzare il patrimonio della Chiesa orientale ungarica "sui iuris"

202 ZENON Card. GROCHOLEWSKI creata appositamente da Pio X, con la bolla Christifideles Graeci dell’ 8 giugno 1912. Questo fu per cos! dire 1’inizio formale della Chiesa bizantina cattolica Ungherese, ma le predette parrocchie, esistevano prima di questo ed, essendo di “rito bizantino”, il loro patrimonio liturgico, teologico, spirituale e discipli­nare - per servirmi delle parole del can. 28 del CCEO - era profondamente radicato nella tradizione Costantinopolitana del primo millennio, gloriosa e cattolica sotto ogni aspetto, e vissuta in piena comunione con la Sede di Roma. E certamente questo patrimonio - di alta cultura greco-cristiana - ehe si ha in mente con la parola “imprimis” nel testo sopracitato. E voglia il Signore che siate fedeli alio scopo descritto in esso. 2. Dopo la seconda guerra mondiale, sotto la dominazione comunista estesa su tutta la summenzionata area geografica, sono state, contre ogni diritto, ufficialmente “soppresse” dalle autorité civili atee, in vérité “spinte nelle catacombe” e ferocemente perseguitate, sia la Chiesa bizantina cattolica rutena ehe quella ramena. La vostra Chiesa è rimasta in piedi, ma isolata. È allora ehe il vescovo Nicolao Dudás ha eretto questo Istituto di Sant’Atanasio, che fu, per lunghi anni 1’unico seminario orientale cattolico in Europa centro-orientale per la formazione dei clero ed anche Tunica istituzione ehe poteva irradiare la luce sui vostro patrimonio rituale, sia quello fondamentale che ho appena menzio- nato, sia quello ehe nel testo riportato sopra viene delineato con 1’espressione “traditio Ecclesiae sui iuris Elungaricae” di cui si era in quel tempo giá bene consapevoli. 3. A proposito rileverei innanzi tutto, ehe qui si tratta di dimensioni basilari, senza le quali cesserebbe la ragion d’essere, non solo delTIstituto Sant’Atanasio, ma anche della stessa “Ecclesia sui iuris Hungarica”, chiamata cost negli Statuta, in conformité al can. 27 del CCEO. E infatti a questa Chiesa ehe sono affidati i fedeli orientali bizantini abitanti in Ungheria, per la salvezza eterna dei quali il migliore mezzo è il vivere il Credo cristiano secondo il patrimonio proprio a questa stessa Chiesa. Il decreto Orientalium Ecclesiarum (n. 5) del Concilio Vaticano II direbbe ehe tale modo di vivere la fede nella vostra Chiesa è “ad bonum animarum consulendum aptior”. Pertanto, è di primaria importanza acquistare “cognitionem in dies maiorem” (ivi, n. 8) di questo patrimonio, prima di tutto al livello accademico, su solide basi scientifiche - corrispondenti alia cultura degna delTuomo creato ad imma- gine e somiglianza di Dio - e promuoverla a tutti i livelli della vita ecclesiale. Si tratta in ultima analisi della “salus animarum”, ehe costituisce la finalité di l * 3 l cf. Sacra Congregazioneperle Chiese orientali, Oriente cattolico. Cenni storici e statistic!, ed. 4a, Città del Vaticano 1974, p. 360. 21. Zuzlk, Understanding the Eastern Code in Kanonika 8, Pontificio Istituto Orientale, Roma 1997, 224. 3 Communicationes 26 (1994) 124, n. 15. Cf. anche A. Coussa, Epitome praelectionum de iure ecclesiastico orientali, vol. I, Romae 1948, 149-150.

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