Folia Canonica 4. (2001)

STUDIES - Pablo Gefaell: Metodologia dell'insegnamento del diritto canonico orientale ai latini

168 PABLO GEFAELL dei loro statuti, hanno per loro principale oggetto lo studio di uno o 1’altro di essi» (n.8). Ormai siamo vicini al decimo anniversario di queste suggestive parole. Dunque è opportuno domandarsi onestamente quali conseguenze hanno susci­tato nella ricerca e nella docenza dei Diritto canonico. E innegabile ehe dappertutto si evidenzia uno sforzo per assecondare i desideri dei Santo Padre a questo riguardo, ma non è menő evidente che rimane ancora tanto da fare, soprattutto riguardo a un necessario cambiamento di mentalité e riguardo alla formazione delle nuove leve di canonisti latini. II Romano Pontefice ha insistito a più riprese ehe «la conoscenza di questo intero Corpus, (...), deve essere opportunamente promossa nella formazione sacerdotale, e, in primo luogo, in tutte le Facoltà di Diritto canonico. Infatti, la conoscenza non potrà che arric- chire gli studiosi e far si ehe la scienza canonica, praticata negli Atenei, sia “plene respondens titulis studiorum, quos hae Facultates conferunt”».3 La summenzionata frase di Giovanni Paolo II sull’unicità del Corpus iuris canonici ha donato nuove stimolanti coordinate alla riflessione dottrinale cano­nica. Perché, se la legittima varieté di discipline non è una novitá all’interno della Chiesa, lo studioso puo porsi delle domande, cercando di approfondire il significato e la portata della molteplicitá dei codici nell’unicitá del Corpus. Come ho giá avuto occasione di segnalare,4 l’unicité deH’ordinamento canonico porta alla nécessité di costruire e di insegnare un diritto canonico unitario, ehe abbia in conto tutte e due le discipline, orientale e latina. Benché lo studio si debba centrare di preferenza in ogni caso nell’una o nell’altra, la ricostruzione degli istituti canonistici comuni va fatta armonizzando l’insieme di dati, cenni e risvolti provenienti dell’intero ordine normativo Quindi, la sfida di radicare una visione globale del diritto della Chiesa deve continuare a stimolare il lavoro di ricerca e di docenza nelle nostre Facolté. Solo cost questo approccio impregneré a poco a poco anche le altre realtá della vita della Chiesa. Öltre a questi aspetti, ehe possiamo chiamare “interni” alla Chiesa cattolica, Giovanni Paolo II ha promosso fortemente lo studio della disciplina delle Chiese di Oriente anche come parte della formazione ecumenica, oggi più necessaria che mai.5 La speciale vocazione delle Chiese orientali cattoliche per la promo­3IOANNES PAULUS II, Allocutio Summi Pontificis ad eos qui conventui internationali iuris canonici interfuerunt, in Communicationes 25 (1993) 13. 4 P. GEFAELL, La presentazione dei Codice orientale, in Ius Ecclesiae 3 (1991) 355. 5 «Credo ehe un modo importante per crescere nella comprensione reciproca e nell’unità consista proprio nel migliorare Ia nostra conoscenza gli uni degli altri. I figli della Chiesa cattolica già conoscono le vie che la Santa Sede ha indicato perché essi possano raggiungere tale scopo: conoscere la liturgia delle Chiese d’Oriente (cf. Sacra Congregatio pro Institutione Catholica, istr. In ecclesiasticam futurorum, 3. III. 1979, in Enchiridion Vaticanum 6, 1080, n. 48); approfondire la conoscenza delle tradizioni spirituali dei Padri e

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