Folia Canonica 4. (2001)

STUDIES - Zenon Card. Grocholewski: Il servizio d'amore nell'attivita giudiziaria nella Chiesa

IL SERVIZIO D’AMORE NELL’ATTIVITÀ GIUDIZIARIA II Al riguardo occorre subito osservare ehe nel Magistero dei Romani Pontefici viene spesso rilevato ehe l’attività dei tribunali ecclesiastici è essenzialmente un servizio di carità, di amore. Citerö alcuni pronunciamenti a mo di esempio.5 1) Paolo VInellamenzionata allocuzione del 25 gennaio 1966, dopo le parole citate sopra, sottolinea la legittimità e la necessità della funzione giudiziaria nella Chiesa, indicando “lo stile peculiare che a codesto servizio deriva per il fatto d’essere espressione, sia pure con suoi specifici caratteri, della carità pastorale délia Chiesa”.6 Qualche anno dopo disse ai Giudici Rotali: “E voi, pronunziando le vostre sentenze solum Deum prae oculis habentes servite e adorate proprio [il] Dio d’Amore”.7 2) Giovanni Paolo II già nel suo primo discorso alla Rota Romana, il 17 febbraio 1979, ha osservato ehe la funzione giudiziaria della Chiesa è “al servizio della verità e della carità per l’edificazione del Corpo di Cristo”8 e ehe “Il giudice ecclesiastico [...] al di là della giustizia, dovrà tendere all’equità, e, al di là di questa, alla carità”.9 Ai partecipanti al Corso di Rinnovamento Canonistico per gli Operatori della Giustizia alla Pontificia Università Gregoriana l’attuale Pontefice disse il 13 dicembre del medesimo anno: “Il diritto della Chiesa non è soltanto un segno della giustizia umana, ma anche l’espressione della comunione di vita più alta in Cristo, cosî ehe ogni giustizia canonica risplenda con la carità, in quanto la stessa aequitas canonica è frutto di benignità e di carità”10 11 e retoricamente ha esclamato: “Cosa sarebbe il diritto della Chiesa senza carità [,..]?”;n nonché ha esortato: “Questo vostro sia il servizio alla giustizia, ehe è uno specchio della divina carità”.12 Non c’è alcun dubbio ehe una buona e tempestiva amministrazione della giustizia è essa stessa un servizio della carità, è un venire incontro a chi ritiene di essere vittima di una ingiustizia o a chi è oppresso dai conflitti di coscienza (penso in questo ultimo caso soprattutto alle cause di nullità matrimoniale). 5 Cf. Z. Grocholewski, lus canonicum et caritas, in Periodica 83 (1994) 9-17. 6 AAS 58 (1966) 153-154. 7 Allocuzione deli’8 febbraio 1973, in AAS 65 (1973) 103. 8 AAS 71 (1979) 422. 9 AAS 71 (1979)424, n. 2. 10 “Est enim Ius Ecclesiae non humanae tantum iustitiae quoddam signum sed etiam communionis altioris vitae in Christo significatio, ita ut omnis canonica iustitia fulgeat caritate, quemadmodum et aequitas canonica ipsa est benignitatis et caritatis fructus” (AAS 71 [1979] 1530, n. 5). 11 “Quid esset ius Ecclesiae sine caritate [...]?” (Ibidem, n. 6). 12 “Hoc vestrum sit iustitiae servitium, quod caritatis divinae est speculum” (Ibidem, 1531, n. 9).

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