Folia Canonica 2. (1999)

PROCEEDINGS OF THE INTERNATIONAL CONFERENCE. - Domingo J: Andrés Gutiérrez, Istituti regliosi clericali e laicali nuove nozioni e differenze

330 DOMINGO J. ANDRÉS GUTIERREZ povertà, suile quali riversare la misericordia redentrice, prodotte dalla nuova civiltà o, almeno, non eliminate in assoluto, malgrado essa. Questi IVCR sono nati e continueranno a nascere nella Chiesa per la misericordia verso gli uomini, per offrire a questi un servizio inclassificabile e misericordioso, ehe faccia loro eco dei Dio che e Padre di misericordia e ehe, per misericordia, mandö suo Figlio, Gesu, ehe i loro membri seguono più da vicino. 6. II dovere inderogabile di fedeItà alla propria vocazione È la norma consequenziale ehe deriva praticamente dalle precedenti premes­se. Per questi IVCR, é norma fondamentale e grave: 1) il posto e la fisionomia peculiari, ehe hanno nella Chiesa, lo devono alia loro vocazione, intesa come 1’insieme di fine, natura, missione, carisma, indole...; 2) questo posto é inalie- nabile, perché e stato circoscritto cosî dalla Chiesa, nell’atto della sua approva- zione; 3) dalla conservazione dello stesso, dipende la loro medesima esistenza e identità. La vocazione é una grazia, incluso la vocazione delPIVCR, alia quale qui fa riferimento prevalente la norma. Tra altri, lo aveva già dichiarato il c. 577: «quae donationes habent differentes secundum gratiam quae data est eis». Dono e grazia per la Chiesa, per essi stessi e per gli uomini cui giovano per vocazione. Anche si puo vedere accennata la grazia della vocazione dei suoi membri, la loro missione individuale entra la totalità dellTVCR. Questa deve essere fedele interprete e plasmatrice della vocazione istituzionale, poiché sono stati chiamati ad un IVCR e non ad un altra. Il c. 646 accoppiava molto bene entrambe le vocazioni: «ut novitii vocationem divinam, et quidem Instituti propriam...». Riassuntivamente. per i punti da 5.1 a 5.6, in quanto al significato e portata definitoria in linea di complementarietà del c. 676 rispetto al c. 588 § 3, abbiamo trovato una figura più consistente e più specifica, impostata sulla missione ecclesiale, di Istituto religioso laicale che arricchisce e arrotonda quell’altra decisamente positiva e sintetica emersa nel c. 588 § 3. Secondo questa immagine di IVCR laicale, non assumere il sacramento delfordine come espressione carismatica e istituzionale, va positivamente ed egregiamente sostituito con un altra assumere pieno di impegno quotidiano per proiettare, come missione peculiare, la misericordia sulla funzione pastorale della stessa Chiesa, operando insostituibilmente a nome e per mandato della medesima Chiesa e della sua gerarchia.

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