Folia Canonica 1. (1998)
STUDIES - Péter Szabó: La competenza del vescovo eparchiale per la sanazione in radice del matrimonio
VESCOVO EPARCHIALE E SANAZIONE IN RADICE 157 dalla forma canonica, limitare più rigorosamente la competenza dei vescovi eparchiali di quella dei vescovi diocesani latini. Secondo la risposta della Commissione codificatrice (PCCICOR) cio è necessario perché soltanto cosî si puo assicurare efficacemente la benedizione sacerdotale ehe è tanto importante per la tradizione orientale.14 Sebbene non sia indispensabile per il nostro ragionamento, a questo punto giova richiamare l’attenzione su un problema collegato a quello nostro. Com’è stato messo in rilievo, quest’asserzione della Commissione a prima vista sembra ignorare la differenza tra la forma canonica e la benedizione sacerdotale ehe, del resto, appare anche dalla distinzione del § 2 del c. 834 del CCEO.15 Tuttavia, questa risposta della Commissione sopra riferita -per lo menő dal punto di vista pratico- non è del tutto ingiustificata. Sia la questione della forma canonica che quella della benedizione sacerdotale si affacciano come una vera problematica di validità soltanto in caso dei matrimoni misti che vengono celebrati con una parte protestante. Infatti, quando ha luogo un matrimonio misto con una parte ortodossa, la non osservanza della forma canonica tocca solo la liceità della celebrazione (cf. c. 834 § 2), mentre la benedizione anche secondo la norma ortodossa è un elemento indispensabile, anzi di più costituisce proprio il nucleo essenziale del sacramento. Nel caso che una parte sia protestante, invece, la riserva della forma canonica ha davvero l’effetto indiretto ehe, con l’aggravante della trascurabilità del ministro (che in caso dell’osservanza della forma orientale è necessariamente un prete ordinato), la norma vigente aumenta notevolmente la probabilité dei matrimoni misti celebrati con benedizione sacerdotale. Questo elemento, infatti, non potrebbe assicurarlo -in mancanza dell’ordine sacro- il pastore protestante che diventerebbe competente in conseguenza deli’eventuale dispensa dall’obbligo della forma canonica. Nel caso in cui la riserva in questione implichi l’invalidité come conseguenza possibile, 14 Nuntia 15 (1982) 85-86; Nuntia 28 (1989) 116-117; cf. CCEO c. 828. 15 Nei riguardi alia mancanza di questa distinzione tra forma canonica e benedizione sacerdotale esprime le sue riserve ad esempio: C. Gallagher, Marriage in the Revised Canon Law for the Eastern Catholic Churches, in Studia Canonica 24 (1990) 79. Per motivi diversi Navarrete ragiona ugualmente per la nécessité della distinzione riferita; vedasi: U. Navarrete, Questioni sulla forma canonica odierna nei Codici latino e orientale, in Periodica de re canonica 85 (1996) 492-497. (Data la modifica effettuata dalia nuova versioné del Catechismo della Chiesa Cattolica, la questione susciterà certamente ancora riflessioni vivaci; cf. Catechismus Catholicae Ecclesiae [Città del Vaticano 1997], n. 1623,433.)