Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1941
lö privata di musica o di lingua. Poi cominciavano a vertirsi poiché per le sette dovevano essere in gala, per prendere parte alla cena dove regnava un etichelHia severa. I piccoli conti dovevano star ceduti in silenzio e lascoltar la conversazione grave dei grandi. Poi passavano anch'essi nel salotto dove coritinuavano a star seduti e ad ascoltal i granidii e quiando il sonno li prendeva, dopo aver fatto l'inchino prescritto conveniente, dovevano ritirarsi ád aridare a letto per passare l'ndomani con la stessa regolaritá. Solo il sabato e la domenica portavano qualche varietà nella loro vita monotona. Il piccolo Paolo Teleki passava il pomeriggio del sabato coi suoi amici sia nel Teatro Nazionale, sia nell'Opera o nel Teatro del Popolo. Essendo ragazzi, non era la vera bellezza o la serietà délia appresentazione che cereavano, ma i xmotivi scherzosi. Nei pomeriggi delle domeniche i fanciulli educati in una disciplina monotona avevano una vera liberazione, il godimento dei godimenti. I piccoli amici s'incontravano in casa di una delle famiglie aristocratiche e godevano una libertà che puô dirsi quasi illimitata. Essi ne approfittavano. Particolarmente indimenticabili sono rimaste le birichinate commesse nel palazzo Wenkheim, nell'attuale Biblioteca Comunale. Qui i piccoli amici giocavano spesso alla guerra. I mobili spostati formavano le fortezze. L'attacco e la difesa si svolgevano sovente con grande veemenza. In queste occasioni si mostrava la vera natura del silenzioso Paolo: egli preparava dei piani, impartiva gli ordini, escogitava insidie ecc.ellenti. Il suo piccolo pugno dava gran colpi e egli diventava célébré per non essersi mai arreso. Era sempre il suo coragigio che decideva la sorte délia battaglia, come quando per es. imitavano la battaglia di Nándorfehérvár, cosa che facevano con tanto piacere. E rimasto da queU'epoca il soprannome vezzeggiativo »il re« con cui lo chiamavano i suoi amici anche più tardi negli anni di studi universitari. Tutte le sue manifes'tazioni di fanciullo dimonstrano corne il suo esteriore sia stato diverso dal suo carattere. Esteriormente era modesto, pauroso, timido anzi goffo, ma quando era fra i, suoi amici, la sua vera natura coraggiosa e virile si rivelava subito. Sulla timidezza ricevuta in eredità dalla madré e sviluppata sotto 1'influenza dell'educazione unilaterale, prevaleva la paterna eredità spirituálé: lo spirito coraggioso, virile. Anche la chiave del suo amore verso gli esploratori la troviamo nella sua educazione. Il suo timido carattere giovanile avrebbe avuto bisogno di qualche cosa che svilupasse le qualita, i jvialori virili latenti in lui. Da fanciullo non aveva ricevu'to ciô di «cui aveva bisogno. Vi dovette supplire da adulto. Perciô si capisce che si attacô con corpo e anima allo scoutismo in cui rivisse quella vita di fanciullo che non gli era stata possibile a suo tempo. Da qui viene il suo entusiasmo illimitato per lo scoutismo che considéré anche dal punto di vista nazionale come uno dei più importanti fattori che prïssono educare la nazione.