Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1941
12 mio carattere e ci si divertirono vin mondo, stuzzicandomi per vedermi arrabiato. Per questo motivo soffrii parecchio durante due anni finchè non mi convinsi che potevo farla finita da una buona volta col non dar retta alle loro provocazioni. Cosi, invece di arrabiarmi, ne ridevo anch'io con loro. In tal modo la mia gualigione fu cosi radicale da non ricadere mai più in questo male. j Ottocaro Prohászka Nyitra, 1858—1927) Se Ottocaro Prohászka non fosse stato figlio di una piccola nazione, ma di un grande j>opolo, oggi ne parierebbe tutito il mondo. Se pure il mondo non parla di lui, essendo ungherese, \tuttavia noi siamo felici che la Provvidenza ce lo abbia dato. ! Nella sua gioventù c'è stato un fatto singolare che puô dar coraggio e conforto a quegli studenti che cominciano mal(e i loro studi. Il futuro meraviglioso oratore e Iscrtittore e il futuro jgrande scienzato è sta'to fra i 10 e 13 anni uno scolaro debole. Egli ha ricevuto molti vo'bi pessimi, e ha fatto molti compiti scadenti, perché nei suoi primi anni di studi dovette lottare molto con >la lingua ungherese. Ma con la sua diligenza inaudita e con la coscienziosità eccezionale divenne in poco tempo il migliore discepolo délia sua classe. E'sorprendente lo sviluppo jin un maestro eccellente délia lingua ungherese di quel Prohászka che nei suoi primi anni era stato per cosi poco tempo in un ambiente veramen'te ungherese. I isuoi genitori avevano una cultura tedesca. Egli anche più tardi faceva con loro corrispondenza in tedesco. Ouando era giovane, visse per lungo tempo fria gli slovacchi. Pojif è istáto educátbi a Losonc, città di frontiéra nei senso linguistieo fra l'Ungheria e la Slovacchia, dove apprendeva e iconservava sempre la sua pronuncia caratteristica di palóc Ouando era uno scolaro più grande, visse fra i gesuiti di Kalocsa che parlavano allora piuttos!to il tedesco. Poi ha trascorso sette anni nell'ambiente ilatino di una scuola superiore a Roma: nofidimeno questo Prohászka è diventato quello scrittore e oratore di cui pochi hanno saputo meglio trattare la lingua ungherese. Fin dalla sua gioventù cominciô a interessarsi molto del probléma deH'aldiilá. E insieme ai suoi genitori quel pensiero lo guidava verso la via délia perfezione, dalla quale non retrocesse mai, anzi quanto più diventô sapiente tanto più procedette per quella via con slancio. Per noi che apparteniamo a una scuola di carattere italiano, è degno di menzione il fatto che Prohászka, quando era scolaro, desiderava molto di andare in quella Roma »che è la madré di moi tutti«. Egli ha scritto una volta nei suo diario: »0 Roma nobilis... te benedicimus; salve per secula! Ouante volte ho recitato questa poesia fra me passeggiando per i corridoi del seminario di Esztergom, sfogliando i classici studiati nella settima e ottava classe.« Poi sulle ali délia fantasia giungevo a Roma e domandavo: »Non saiebbe qui^jn luogo per un giovane che sussurra talvolta in sogno: