Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1941
10 Poichè i miei genitori hanno creduto necessario, dal punto di vista délia formazione del carattere, l'attrito con gl'individui délia stessa età e di abituarmi gradualmente alla vita indipendente che puô dare soltanto un'educazione pubblica, nella primavera de! 1857 mi hanno mandato, a Kalksburg nel icollegio dei gesuiti, dove son r;imasto fino agli esami di maturité [nel 1863. Ad ogni modo i imiei genitori hanno voluto che l'essenza deU'educazione dei loro figli fosse la conoscenza délia lingua magiara. Ma accanto a questo hanno dato importanza aile lingue straniere, specialmente al francese. Quando me ne and[ai a Kalksburg, dovetti passare dalla lingua' ungherese délia mia prima educazione a quella tedesca. Il trapasso non fu per me una difficoltà, perché già parlavo tedesco perfettamente. v Cominciai lo studio nel collegio con un altro vantaggio: da allievo délia seconda sapevo perfettamente il Jatino. Mi ero accinto a studiare la lingua latina con tanto entusiasmo da esserne interamente padrone dopo un anno. Anche degli anni passati a Kalksburg non posso parlarne se non con grato rico.do. Vissi sei anni sotto il tetto dei gesuiti e non vidi che del bene, non partecipai che al bene. L'educazione era affettuosa, coscienziosa e individualista. Poteva vedersi che la forza motrice ne erà non il guadagno materiale, ma una vocazione più alta. La fede religiosa ne era la base naturale, ma non si potè parlare di preponderanza degli esercizi di pietà. Una gaiezza rumorosa regnava nella casa. Per far vedere in che spirito dirigeva la sua classe per iesempio il mio capo-classe, racconterô qui una burla di Scolari commessa contro di lujú e dî cui posso vantarmi de esser sj^ato |io stesiso l'autore. Giuseppe Spinell era un po'nervoso; durante le lezioni le sue dita giravano continuamente la chiave Sel cassetto ^ella cattedra. Vedendo questo, una volta mettemmo nel casetto una scatola a soneria. La corda il cui tiro met'teva in moto la musica, ( |era cóilefgata colla serratura, — naturalmente avevamo tolto la chiave dopo aver chiuso il cassetto. Aspéttavamo con curiosité ciô che sarebbe accaduto. Quando la mano del nostro buon professore cercava di solito la chiave, trovandovi in luogo di essa la corda, egli steîite un pô diffidente e per un buon tempo non toccô. Ma più tardi, forse per conseguenza di una captiva risposta si dimenticô del suo sospe'tto e per mancanza di meglio tirô la corda. La macchina si mise subito in movimento e icomlinciô a far sentire le note délia musica. Nella sala !silenziosa scoppiavano subito grandi risate da salire al cielo a cui nessun altro partecipô piu giocondamente dello stesso professore beffato. L'insieme dei miei compagni e lia vita in coraune esercitarono una grande e salutare influenza su di me, in quanto mi guari del maie più grave délia mia giovinezza e cioè délia ipersensibilità, e dell'irritabilità che da essa derivava. Tutti coloro che mi conobbero più tardi, non ebbero nemmeno il sospetto Che ero stato un ragazzo tanto collerico, capace di qualunque eccesso nel momento dell'ira. Ebbene, i miei compagni riconobbero subito questo lato debole del