Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1940

pneparandosi ad una buona risposta prestavano viva attenzioné. Alla prima immagine talvolta suceedevano altre, con una certa Tapidità, ma generalmente per non öltre un quarto dell'ora di con­versazione. A certe espressioni vivaci di ammirazione spesso i'in­segnante rivolgeva a bruciapelo una grossa domanda »perché vi piacé?«, o »Ouale di più?« oppure »che cosa di più in questa?« Na­turalmente non mancavano risposte puerili ed anzi, ad onor del verő, queste erano le più, anche per la loro poverissima capacità di traclurre in parole una sensazione spessissimo difficile a deí'i­nirsi anche per un adulto : eppure non sono mancate risposte intelli­genti tanto che potevano veramente meravigliare in bocca di ra­gazzi. Ad esempio una volta, dopo aver mostrato un San Seba­stiano di Tiziano, si domandô se piacesse più quella oppure quel famoso del Sodoma che già avevano conosciuto ed ammirato: un ragazzo rispose: »queilo del Sodoma. E perché?« »Perché quello è un santo che muore equesto un uomo che soffre.« E questa risposta puô es&ere intelligentissima anche se data da un adulto. Natural­mente queste non sono che sporadiche intuizioni del vero, attendibili fino ad un certo punto; ma, comunque, non sono già un incorag­giantc sintomo di assimilazione? Ed avere la capacità di sentire con vera pienezza di coscienza un'opera d'arte non è certo la cosa più facile e indifferente neila cultura di un uomo. Infatti l'uomo che sa intendere anche l'arte figurativa non soltanto potrà godere di più, ma anche avere una possibilité di più di elevare il suo spirito in un mondo ideale che, se pure sempre umano, puô sembrare ad alcuni non poco più alto di altri mondi di speculazione scientifica. Ed a questo punto un uomo abituato a riflettere su problemi peda­gogici, mopali e psicologici si fermj, a considerare che cosa significa un educazione artistica e quali possono esseírfe i riflessi anche sulla garbatezza del mondo di fare di un uomo che ha acquistato un ar­monia interna nella contemplazione di un hello ideale, anche se umano. Naturalmente queste semplicissimi osservazioni non sono idla riferirsi strettamente a quel poco che si puô aver realizzato in una scolaresca di ragazzetti di seconda ginnasiale, ma a quel che si potrà fare nel futuro da parte di tutti coloro che si adopreranno in qualche modo di educare il gusto degli allievi di Pannonhalma. Ed ora, per dare una cifra, si puô assicurare che assai dltre un centinaio sono state quelle riproduzioni di opere d'arte figurativa osservate con accuratezza in tutti i loro particolari esteriori dai ragazzi di seconda. Ed anche da un punto di vista pedantescamente culturale non è un numero indifferente, specialmente se si pensa che un giorno gli stessi ragazzi, sviluppatási nelle loro facoltà intellettive, coglieranno il vero frutto di quelle osservazioni este­riori, ma non inutili. Allora dai molti quadri osservati di Raffaello, ad esempio, si formerà nella loro mente un concetto dell'arte raf­faellesca, che sarà una conquista per il giudiziio e il confronto con l'arte di altri maestri, senza considerare il godimento fspirituale e le eonseguQnze quasi sempre necessarie di cui si è parlato sopra. A proposito del San Sebastiano del Sodoma si sarebbe dovuto dire

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