Czére Andrea szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 102-103. (Budapest, 2005)

FEDERICO BERTI: Francesco Conti e il Compianto sul Cristo morto di Budapest

63 FRANCESCO CONTI. COMPIANTO SUL CRISTO MORTO. FIRENZE, COLLEZIONE l'RATESI II patetismo delle figure che troviamo in questi dipinti è caratteristico del Conti, che lo aveva in parte desunto nel suo soggiorno romano, tra il 1699 e il 1705, da Francesco Trevisani (1656-1746), 5 per poi riproporlo specialmente nelle prime opère fiorentine con toni tenebrosi vicini a quelli del pittore di origine veneta, ad esempio in dipinti come la Trinità in San Jacopo Soprarno a Firenze. Questo si stempera in seguito nell'opera più matúra del Nostro fino a diventare un mero atteggiamento, in linea con gli orientamenti "leggeri" settecenteschi. Come in questi Compianti, sicura­mente non giovanili e databili tra la fine del secondo e il terzo decennio, dove la dram­maticità dell'evento è mitigata da colori sfavillanti e atteggiamenti manierati e teatrali, del resto tipici questi ultimi della pittura fiorentina di età barocca già dal Seicento/' Un altro dipinto del nostro pittore, di récente riemerso in un'asta londinese dove era stato presentato come dipinto di seguace di Giovanni Battista Piazzetta (1682-1754), testimonia bene questa fase della pittura del Conti. Si tratta di una sfol-

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