Csornay Boldizsár - Dobos Zsuzsa - Varga Ágota - Zakariás János szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 97. (Budapest, 2002)

NYERGES, ÉVA: Un'opera siciliana nuovamente attribuita a Filippo Paladini

esistenti in Sicilia, che si colleghi al Prometeo che gli attribuiamo. 25 NelPopera di Paladini è insolito il tema mitologico, sebbene possiamo citare uno studio raffigurante un Laocoonte 26 e che doveva essere probabilmente il ricordo di un viaggio a Roma: dovette perd subire altri influssi, se è vero che Paladini cercava i suoi mecenati nel territorio di Mazzarino, nelle persone dei principi di Branciforti, che avevano rapporti familiari con Don Juan de Austria. Nella residenza estiva dei principi di Branciforti a Mazzarino, corne segnalô Abbate, 27 Paladini potè ammirare la loro collezione di dipinti, costituita da ritratti di famiglia, nature morte, paesaggi, prospettive architettoniche, ed anche dipinti di soggetto storico. Nel palazzo palermitano dei Branciforti avrebbe potuto vedere persino una copia del gruppo scultoreo del Laocoonte, dato che nel palazzo esisteva anche una collezione di sculture. Non è escluso che in questo contesto sia da cercare il committente dell'opera oggi conservata a Budapest, committente che forse doveva essere addirittura il proprietario della statua modello del dipinto. 28 In ogni modo il nostro dipinto dovette essere realizzato per un committente privato dotato di cultura classica, e dal carattere del dipinto possiamo supporre che facesse parte di una série di opère raffiguranti figure mitologiche. A proposito della composizione Caino uccide Abele da noi citata corne termine di analógia, Abbate ha stabilito che l'ispirazione della figura di Caino venisse daWErcole del Giambologna (Firenze, Bargello, inv. no. 362). Anche nel tipo maschile del Prometeo budapestino, dal naso diritto, dalla barba fitta e i capelli corti, si puô avvertire il profilo classico di Ercole: Paladini dovette subire l'influsso dell'arte antica attraverso la mediazione della scultura manierista. Le mani legate insieme del Prometeo budapestino, corne anche il torso, che è stato dipinto partendo da un prototipo scultoreo, potrebbe aver preso ispirazione da una composizione scultorea antica raffigurante lo Scuoiamento di Marsia. L'avambraccio e la mano, muscolosi e robusti, dell'Ercole barbuto avvolto in pelli d'animali, che si china su Prometeo, ricordano piuttosto, di questo complesso scultoreo, il dettaglio del braccio della figura dello Scita: la statua dello Scita venne ritrovata, probabilmente a meta del XVI secolo, a Roma, e dalla fine del secolo venne conservata nella collezione dei Medici, per cui Paladini avrebbe avuto la possibilità di Mauceri, E., Duc volumi di disegno di Filippo Paladini, Bollettino d'arte (1910) 396-405. Devo in questa sede ringraziare il direttore V. Abbate, che sulla base delle ricerche effettuate dalla dott.ssa Rita Bernini mi informé (29 novembre 1999) del fatto che non conoscessero un bozzetto che si collegasse al nostro dipinto. Nell'Archivio Fotografico della Sovrintendenza di Palermo è una conservata documentazione dei disegni e dei quaderni di bozzetti di Paladini presenti a Siracusa, in cui perô non si trova nessun disegno collegabile al Prometeo di Budapest. 26 Foto riprodotta in Abbate, V, I tempi del Caravaggio: situazionc della pittura in Sicilia (1580-1625), in Caravaggio in Sicilia, il suo tempo, il suo influsso, Catalogo della mostra, Palermo 1984, 58, fig. 8. 27 Ibid. 56-58. 28 Ragona, A., Note e document! sulla residenza mazzarinese e sulla morte del pittore fiorentino Filippo Paladini, Caltagirone 1967, 14. n. 18.

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