Csornay Boldizsár - Dobos Zsuzsa - Varga Ágota - Zakariás János szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 97. (Budapest, 2002)

NYERGES, ÉVA: Un'opera siciliana nuovamente attribuita a Filippo Paladini

attualmente è conservata, in cui la struttura compositiva, la tipológia di Dio Padre, ed anche vari particolari quali i drappeggi, gli angeli, o il paesaggio, mostrano affinità con la Trinità présente a Budapest: è questa una délie opère finora non identificate di Walsgart, per stile seguace di Van Dyck, e comunque in costante contatto anche con la pittura di Novelli. Il dipinto, secondo la mia ipotesi, era stato acquistato, verosimilmente in Italia, dall'ambasciatore danese a Napoli Edmund Bourke attorno al 1793. 5 Questi parti dalla Spagna, alla fine del suo incarico diplomatico a Madrid nel 1811, con una notevole collezione di dipinti. A Parigi, nel 1821, l'opéra che allora veniva attribuita a Van Dyck, venne acquistata dal lascito di Bourke per la collezione Esterházy - insieme soprattutto a dipinti spagnoli. 6 L'oggetto della nostra indagine, un Ercole libera Prometeo (fig. 48), fa parte délie opère meno note ed insieme più rare del Museo di Belle Arti. 7 Sebbene le condizioni attuali del dipinto siano sostanzialmente peggiori di quelle visibili nella riproduzione fotografica, a causa di un sinistro verificatosi alcuni anni fa, e che ne ha pregiudicato notevolmente lo stato, ritcniamo necessaria una nuova trattazionc dell'opera, almcno da un punto di vista documentativo.il dipinto era stato da noi precedentemente inserito nell'ambito della scuola napoletana, soprattutto per la tela grossolana, dalla trama piuttosto rada, e per la scelta cromatica che privilegiava un ocra scuro, quasi nero, infine per la sua iconografia coincidente con quella tipica della pittura napoletana. 8 Ci occuperemo in primo luogo dell'iconografia del dipinto, al quale sia la scelta del tema che la luce caravaggesca conferisce un effetto fortemente drammatico. Sopra il petto dell'uomo dal corpo irrigidito nei tormenti, con le mani legate ed incatenate alla roccia, si china da destra un uomo barbuto, vestito di pelli animali, le cui braccia, che forzano le catene, ci fanno intuire una forza immensa. Un brano di velo, di colore scuro, ricopre l'inguine dell'uomo nudo, e sotto il velo si distinguono a stento délie pieghe grandi e ondulate. La gamba destra si solleva e si piega all'altezza del ginocchio, fino a formare un triangolo con la gamba sinistra distesa. Nell'angolo a sinistra in basso si distingue la figura senza vita di un avvoltoio caduto in avanti, con le ali spiegate. Questo tema puô riferirsi a Prometeo che ruba il fuoco da Zeus in collera, per darlo agli uomini, oppure a Tizio, che soffre un tormento simile a quello di Prometeo. I tormenti inflitti 5 Chi scrive ha preso visione ed esaminato, a Madrid (Archivo Nacional, Dinamarca 22, Bourke), le carte del conte Bourke, da cui emerge (9 luglio 1802) corne il conte avesse portato con se numerosi oggetti d'arte, tra cui vari dipinti, quando si era insediato nel suo incarico in Ispagna: ne fanno testimonianza i documenti doganali. 6 Meiler, S., Az Esterházy képtár története, Budapest 1915, 131, 504. doc. Il documento riferisce che il dipinto proveniva dal chiostro madrileno de Las Nifias, ma ciô non viene confermato dalla letteratura da Ponz, A., Viaje de Espaha, 1772-1794, Madrid 1947, 428, 474, 477, che non cita la presenza del dipinto in quel luogo. 7 Inv. no: 77.15, olio su tela, cm. 143 x 195. Il dipinto è stato donato al Museo nel 1977 dal Dr. János Mojzes. 8 V. Nyerges, E. in Museum of Fine Arts Budapest, Old Masters ' Gallery. A Summary Catalogue of Italian, French, Spanish and Greek Paintings (ed. Tátrai, V.) London - Budapest 1991, 82. L'immagine è stata riprodotta in una posizione errata.

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