Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 92-93.(Budapest, 2000)

SOMOS, ÉVA: Il restaura degli affreschi rinascimentali provenienti da Ghedi

IL RESTAURO DEGLI AFFRESCHI RINASCIMENTALI PROVENIENTI DA GHEDI Nel 1998-99 il Museo delle Belle Arti ha commissionato il restauro del ciclo di pitture murali composto da tre pezzi ed attribuito a Girolamo Romanino: sul primo affresco Alfonso II, re di Napoli, sul secondo Agostino Barbarigo, doge di Venezia, mentre sul terzo Papa Innocenzo VIII, consegnano un labaro a Nicolö Orsini, condottiere mercenario (nn° d'inv.: 1234-1236) (figg. 32-37). 1 Nicole Orsini, conte di Pitigliano, fece erigere il suo palazzo a Ghedi, nelle vici­nanze di Brescia, nel 1506. Le pitture, eseguite prima del 1509, decoravano la loggia principale del palazzo 2 , da cui provengono anche altri due frammenti più piccoli di pitture murali. I quadri della Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia rappresentano condottieri, ritratti in grandezza maggiore di quella naturale; sul verso di uno dei ritrat­ti è custodito un documento rivelatore di particolari della storia d'epoca modema del complesso d'affreschi. 3 In questa nota, Tito Speri ci comunica che la pittura murale, opera di un pittore fiorentino ignoto, fu staccata da suo padre, Giovanni Battista Speri, da una parete del palazzo di Ghedi, di Nicole Orsini, da cui, nel 1843, suo padre stacco anche un altro affresco. Dallo stesso palazzo provengono pure gli affreschi staccati e 1 Le dimensioni delle pitture murali strappate e riportate su tela sono le seguenti: n° d'inv. 1234 - cm 269 X 467, n° d'inv. 1235 - cm 300 x 371, n° d'inv. 1236 - cm 293 x 365. 1 11 primo a presentare queste opere fu Andor Pigler in: Pigler, A., Olasz freskóciklus a Szépművészeti Múzeumban, [Ciclo di affreschi italiani nel Museo delle Belle Arti] Budapest 1921, per l'elaborazione più compléta della questione e la letteratura v. Nova, A., Girolamo Romanino, Torino 1994, pp. 207- 211. 3 Nella collezione della Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia, attualmente nell'esposizione del Museo delle Armi: Nicolö Orsini n° d'inv. 32, dimensioni: cm 74 x 61. in base al catalogo della Mostra di Girolamo Romanino, Brescia 1965, n° 3, è definite come Erasmo de Nanti - Gattamelata; Napóleoné Orsini, n° d'inv. 33, dimensioni: cm 71 x 57,3 è registrato nell'inventario col nome di Nicolö Orsini perché sul verso di questo quadro è applicata la nota manoscritta di Tito Speri: "Effigies Comitis Petigliano Orsini, viri clarissimi in historiis Italicis: ab ignoto auctore Florentiae picta, in eiusdem Comitis palatio site in Ghedi, quod ei ipso bene merito co[n]struxerat Florentiae respublica: quod quum in novissimis bellis Gallicis civilibus venisset in potestatem nobilis familiae Mondella, pater meus Johannes Baptista Speri auctor mirificae artis tollendae picturae ex muris, asportandaeque in telam, qua inventione premio argenteo donatus est a Brixiense patrio Institute bonarum artium, et aureo ab ipso Rege Prusiae, pariete magnae aulae hanc effigiem detraxit, et in hanc telam imposuit, una cum multis aliis picturis, quarum una magna sub porticu, anno Domini MDCCCXLIII".

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