Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 92-93.(Budapest, 2000)
FEHÉR, ILDIKÓ: Il ciclo di affreschi allegorici del Palazzo Isidori di Perugia alla luce délie ultime ricerche e restauri
mosi. La funzione delle virtù probabilmente era di introduire, preparare spiritualmente alla preghiera o alla meditazione i fedeli che entravano nella cappella, formando una specie di spazio transitorio fra la sfera sacra e quella profana. Nel Trecento e nel Quattrocento venivano dipinte virtù anche sulle volte, ed in particular modo sulle volte a crociera, delle cappelle con la differenza non trascurabile che non si tratta di rappresentazione di figure intere, nei medaglioni compaiono le allégorie in forma di busti accompagnati dai loro attributi. Secondo Steinweg e Gardner questo tipo di decorazione è caratteristico in primo luogo, per le chiese florentine degli ordini mendicanti, corne si vedono anche nella cappella Baroncelli della chiesa di Santa Croce o sulla volta della sala capitolare di S. Félicita. 29 Per disporre le figure in modo simmetrico, aile sette virtù, generalmente, veniva aggiunta I'Umiltà, e cosï le due volte quattro allégorie venivano collocate nei quattro scomparti della volta a crociera. Questo tipo di decorazione ebbe larga applicazione anche fuori Firenze, lo dimostrano le virtù dipinte sulla volta a quattro scomparti della chiesa inferiore di San Francesco, ad Assisi e poi, un secolo più tardi, su commissione che ormai non proveniva da un ordine di frati mendicanti, le tre virtù teologiche completate con Fortitude) (Fortezza) collocate sulla volta della cappella della cattedrale di Prato, consacrata in occasione della festa dell'Assunzione di Maria. Ultimamente l'attenzione generale si è volta verso le Allegorie per opera del restauro e pulitura eseguiti con grande maestria e professionalità dagli allievi dell'ultimo anno della Scuola Superiore di Belle Arti di Budapest, sotto la sapiente guida di Péter Menráth e István Bona. Da sotto lo strato di sporco dal colore bruno-grigiastro sono spuntati bellissimi colori brillanti e particolari di decorazioni architettoniche, anzi, in alcuni punti anche le iscrizioni precedentemente illeggibili poterono essere rese più precise. Perfino lo stile e le qualità pittoriche degli affreschi diventarono più accessibili, giacché queste opere hanno riconquistato, in una certa misura, le loro condizioni e stato originari. 30 Sorge, a questo punto, la questione quanto sia ricostruibilc la disposizione originaria di questi affreschi sul soffitto di Palazzo Isidori. Abbiamo visto che le travi dividono il soffitto in tre scomparti principali ed entro ogni scompartimento in dieci cassettoni di forma allungata, in cui erano stati dipinti gli affreschi, apposti su un sottile intonaco dal fondo incannicciato. La differenza fra le lunghezze degli scomparti è minima, trattandosi di: m 2,80,2,95 e 2,85. Le undici travi che dividono gli scomparti non si trovano più nel posto originario ma la descrizione che risale al 1889 ci rivela che i cassettoni erano tutti larghi m 0,4 e lunghi m 2,8. Potrebbero quindi apparire strane le misure delle allégorie restaurate recentemente che figurano nel catalogo del Museo delle Belle Arti, pubblicato nel 1990, perché generalmente sono più larghe e più lun29 Offner, R. - Steinweg, K., A Critical and Historical Corpus of Florentine Painting, New York 1930-1960, Locus Valley, 1967, Selection IV vol. IV Part I 21-24; Gardner, J., The Early Decoration of Sta. Croce in Florence, The Burlington Magazine 113 (1971 ). 30 Si è riusciti a precisare l'iscrizione delFaffresco dal N° d'inv. 1365 che in passato si leggeva molto difficilmente: nel testo citato da Previtali, op. cit. (n. 8) e da Pigler, op. cit. (n. 8), invece del verbo "dara", figura "produce".