Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 90-91.(Budapest, 1999)
CIFANI, ARABELLA - MONETTI, FRANCO: La Caccia al cervo di Vittorio Amedeo Cignaroli
souri, con cieli tempestosi e ricchi di nuvole dense ed echi del Dughet e del Tempesta. Vittorio Amedeo aggiorna perô rapidamente il suo repertorio sul gusto rocaille imperante. I paesi assumono cosi, nel corso degli anni '50, un aspetto vaporoso e traslucente, con un tocco di levita e leggerezza eccezionali. La grazia dei suoi paesaggi si mantiene costante per tutto il secondo Settecento, la sua pittura perô, mano a mano che si avvicina il cadere del secolo, si arricchisce di spunti realistici assai significativi. Nascono cosi le série delleResidenze sabaude, con elegantissime partite di caccia sullo sfondo delle campagne di Stupinigi, Moncalieri e Venaria, o la bella (e per ora sconosciuta) série di Chiese ed abbazie pittoresche del Piemonte ove circola già uno spirito preromantico. II dipinto di Budapest è da collegare, come giustamente già notato da Klára Garas, 10 alla migliore produzione del pittore, quella del ventennio 1760-1780, quando era contemporaneamente attivo anche per Stupinigi per celebrati dipinti di paesaggio e caccia. La chiarezza coloristica e la levità pittorica deU'insieine, di gusto ancora pienamente rocaille e non ancora sfiorato da trasalimenti stilisti neoclassici consigliano di indicare una datazione verso il 1770. È da notare che il Cignaroli animô sempre le sue tele con graziöse figurine di pastori, cavalieri, dame, viandanti e cacciatori (si vedano, ad esempio, i numerosi dipinti di questo tenia del Museo Civico di Torino), queste figurine furono dipinte, in alcuni casi, anche dalla moglie Rosalie." Per l'idcazione di questi gruppi, sempre disposti in modo assai pittoresco, Vittorio Amedeo si ispirô alle incisioni nordeuropee, ed in particolare a quelle di Berchem e di altri importanti artisti di genere che egli conosceva assai bene poiché come risulta dai documenti e dagli inventari aveva ereditato dal padre Scipione un numero assai cospicuo di stampe fiamminghe, francesi, olandesi, tedesche. 12 Nell'ottica di una incantata arcadia francese vanno lette anche le leggiadre figure dei cacciatori di questo dipinto, vcstite con le eleganti divise di caccia della nobiltà sabauda. Il bel dipinto della Pinacoteca di Budapest, con la sua forte carica evocativa, ci rimanda dunque al secolo d'oro dell'arte piemontese, a quell'incantevole Settecento locale ricco di artisti di ogni genere, fiorito di rapport] cultural) intensi e ramificati, illustrate da opère di grande qualité, ma purtroppo non ancora degnamente conosciuto e considerate nell'ambito degli studi intemazionali; sorprendente perô, solo che lo si voglia indagare, e degno di occupare un posto di tutto rilievo nel più ampio panorama della coeva arte europea. ARABELLA CIFANI FRANCO MONETTI 10 Cfr. Garas, op. cit. (n. 2) 11 Come ricorda il pittore e poeta piemontese del Settecento, Ignazio Nepotc nel suo «Pregiudizio smascherato», Fra ' i paesisti mérita/ II Cignaroli la laurea / Che donna voile prendere / Quai le figure facciagli, la «donna» è Rosalia Ladatte, sposata verso il 1766 e morta di 45 anni il 5 febbraio 1792. Cfr. Nepotc. I., // pregiudizio smascherato da un pittore, Torino 1770. Sono prescnti in collezioni pubbliche e private piemontesi dipinti di Vittorio Amedeo Cignaroli con figure realizzatc dalla moglie che si distinguono sempre assai bene per via della maggiore incertezza nel tratto e per la tendenza ad una descrizione minuta cd attenta dei dettagli dcU'abbigliamento secondo un gusto molto femminile. 12 Per l'inventario di Scipione Cignaroli cfr. Cifani, A. - Monetti, F., op. cit.. (n. 4) 2, pp. 413-455 e documenti allegati.