Varga Edith szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 78. (Budapest, 1993)

TONIOLO, FEDERICA: I dipinti di Francesco Francia e della sua bottega conservati al Museo di Belle Arti

nel primo caso, il mediocre collaboratore non si limita a citare una sola opera auto­graft del maestro ma riprende, anche se non puntualmente, i due angeli laterali da quelli dipinti dal Francia nella Madonna con il Bambino e due Angeli di Monaco e nel dipinto di analogo soggetto oggi a Raleigh. 29 Nella Vergine e Bambino invece l'autore estrapola solo una parte della grande ancona parmense e colloca le due figure in un paesaggio. Altre volte una stessa composizione viene eseguita da allievi diversi che citano forse un prototipo perduto e questo potrebbe essere il caso della Madonna con il Bambino e San Giovannino Esterházy. La composizione e le figure risultano molto simili a quelle del dipinto della Pinacoteca Tosio di Brescia che per la qualità, come del resto la tavola ungherese, non puö essere attribuita interamente al Francia (fig. 39). 30 E'estremamente difficile individuare personalità autonome fra gli autori di dipinti di bottega quali questi di Budapest. Per soddisfare la richiesta del collezionismo privato i collaborator! dovevano infatti emulare non solo le tipo­logie ma anche lo stile del maestro perdendo ogni caratteristica personale. E sono sempre le ragioni di mercato che rendono plausibile una datazione di queste opere ravvicinata agli originali del maestro o, ove essi non ci siano, a sue opere stilistica­mente affini. E'infatti difficile pensare che il committente volesse possedere opere di gusto e stile ormai superati. Pertanto sia la Madonna con il Bambino tra due angeli che la Madonna con il Bambino e San Giovannino potrebbero essere state eseguite negli stessi anni della Sacra Famiglia Pálffy e cioè nel momento di stretta aderenza al protoclassicismo e al Perugino. La Madonna con il Bambino nel paesaggio do­vrebbe collocarsi invece attorno alla meta del secondo decennio del Cinquecento dato che la pala di Parma è datata 1515. I riferimenti figurativi del Francia maturo sono il Raffaello fiorentino, già a partire dalla pala Paltroni in San Martino a Bo­logna, databile al 1506 31 , e poco più tardi, Fra Bartolomeo, Bugiardini e Albertinelli, gli artisti che, proprio a Firenze, precocemente seguirono l'esempio deU'Urbinate. Questi modelli fino ai primissimi anni del secondo decennio vengono interpretati, se pure da un pittore che dimostra sempre la sua formazione quattrocentesca, at­traverso una versioné personale e qualitativamente valida corne dimostrano il Battesimo di Cristo di Dresda datato 1509 o la bellissima pala Buonvisi di Londra 29 Per il dipinto di Monaco (Inv. n. 1052), cf. Alte Pinakothek München. Katalog V, Italie­nische Malerei, München 1975, pp. 44-45, fig. n. 42. La qualità denuncia l'autografia dell'opera purtroppo molto ridipinta, soprattutto nella zona del manto blu della Vergine. Lo stile conduce a proporre una datazione tra il 1495 e il 1500. Proviene dalla collezione Zambeccari di Bologna dove venne comperato nel 1832 per la collezione di re Massimiliano II ; Per il quadro di Raleigh, North Carolina Museum of Art Inv. n. G. L. 60.17.39 cf. Shapley, F. R., Paintings from the Samuel H. Kress Collection, Italian Schools XV-XVI century, London 1968, p. 71. 11 dipinto, una la Madonna con il Bambino tra due Angeli, è firmato in basso a destra : « FRANCIA AVRIFEX BONO (niensis) » ed è databile per ragioni stilistiche al 1500ca. Esistono numerose copie più tarde tra cui quella del museo Boymans van Beuningen di Rotterdam (inv. n. 2547) e due varianti di bottega una in coll. Sterbini a Roma e l'altra, dove al posto degli angeli sono raffigurati due Santi, conservata alia Hantington Art Gallery di San Marino in California (Cat. 1933, n. 12). 30 Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo, inv. n. 140, tavola cm. 48 x 47, dunque legger­mente più piccolo del dipinto di Budapest : cf. Panazza, G. —Boselli, C, La Pinacoteca Tosio Martinengo, Milano 1974, pp. 54-56. 31 Bologna, S. Martino Maggiore, Cappella Marescotti, già Paltroni, firmata in basso al centro : « FRANCIA A VRIFEX P. ». Per i dati documentari che consentono di datare l'opéra cf. Supino, loc. cit. (n. 9) p. 382 ; Lipparini, op. cit. (n. 7) p. 67.

Next

/
Thumbnails
Contents