Varga Edith szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 78. (Budapest, 1993)

TONIOLO, FEDERICA: I dipinti di Francesco Francia e della sua bottega conservati al Museo di Belle Arti

Costa 19 , siano tra le più alte realizzazioni protoclassiche della pittura dell'Italia settentrionale alio scadere del Quattrocento. Non sembrerebbe del resto possibile collocare più avanti nel tempo la Sacra Famiglia Pálffy quando il Francia inaugura una interpretazione dello stile peruginesco più stilizzata, cortese e decorativa che troverà la sua massima esplicazione tra il 1505 e il 1506 con gli affreschi dell'oratorio di Santa Cecilia a Bologna. 20 Il San Rocco del Metropolitan Museum di New York datato 1502, la pala con la Vergine e il Bambino in gloria adorata da vari santi, un tempo a Berlino e poi distrutta nella seconda guerra mondiale, la cui data è stata diversamente letta 1502 o 1504, ed infine, la Madonna con il Bambino e San Francesco un tempo nella collezione Zambeccari di Bologna del 1503, già esibiscono figure allungate dai gesti affettati, una gráfia spezzata e insistita e soprattutto citazioni precise dalle opere contemporanee del Costa che sono meno presenti nel dipinto di Budapest. 21 Modi stilistici analoghi alla Sacra Famiglia PálíTy si riscontrano invece nella Madonna con il Bambino e due Santi della National Gallery di Londra e sopra­tutto nella Madonna con il Bambino un tempo in collezione Mansi a Lucca ed oggi al Metropolitan Museum di New York (fig. 34). 22 In quest'ultima opera, e la critica non lo ha mai messo in evidenza, il gruppo della Vergine con il Bambino viene ripe­19 Si vedano ad esempio La Circoncisione oggi a Berlino Statliche Museen o la lunetta con la Visione dell'Apocalisse della Cappella Bentivoglio databili al 1494 in Varese, R., Lorenzo Costa, Milano 1967, n. 28 e in Ottani Cavina, loc. cit. (n. 12) n. 120. Per Lorenzo Costa cf. ancora : Tosetti Grandi, P., in Dizionario Biografico degli Italiani XXX, Roma 1984, pp. 211-219. 20 Bologna, Oratorio di Santa Cecilia, Sposalizio di Valeriano e Cecilia e Sepoltura di Santa Cecilia, databili, grazie aile fonti, assieme agli affreschi del Costa, tra la fine del 1505 e gli inizi del 1506. Cf. Scaglietti, D., La cappella di S. Cecilia, in 11 tempio di San Giacomo Maggiore . . ., op. cit. (n. 12) pp. 133-137, figg. 141-144 ; Brown, loc. cit. (n. 5) p. 146 ; Bacchi, loc. cit. (n. 6) pp. 331-335. 21 New York, Metropolitan Museum, Inv. n. 65.220, in basso a destra reca l'iscrizione : « FRANCIA AURIFA BE R MCCCCCII » cf. Zeri, F.—Gardner, E. E., Italian Paintings. A Cata­logue of the Collection of The Metropolitan Museum of Art, North Italian School, New York 1986, pp. 21-22. Ex Berlino, Staatliche Museen, cat. n. 122. La pala, con La Vergine e il bambino in gloria e i SS. Geminiano Vescovo, Francesco, Cecilia, Caterina, Girolamo e Ludovico da To­losa, si trovava originariamente a Modena nella chiesa dei francescani osservanti di S. Cecilia. Recava un'iscrizione con la firma e la data. Mentre i primi cataloghi della galleria berlinese (cf. Waagen, G. F., Verzeichnis der Gemälde Sammlung des Königlichen Museums zu Berlin, Berlin 1837, p. 77 ; Bode, W., Königliche Museen zu Berlin, Berlin 1904, p. 137), riportavano una lettura della data come 1502, il Venturi (cf. Venturi, A., Storia VII/III, Milano 1914, pp. 854-881, in partie. 854), seguito poi quasi unanimamente dalla critica, interpretava l'ultima cifra come un 4 paleografico. Recentemente la lettura 1502 viene preferita, basandosi sull'iscrizione riportata a stampa dal Bode, da Roio, loc. cit. (n. 6) pp. 5-6 e nota n. 5, cui rimando per Pillustrazione. Purtroppo dato che la pala è distrutta è impossibile dare un giudizio sicuro sull'iscrizione. La Ma­donna con il Bambino e S. Francesco dipinta per Paolo Zambeccari rimase nella coll. Zambeccari a Bologna fino al 1871 (cf. Gronau, loc. cit. (n. 7) p. 321). Nella fototeca del Kunsthistorisches Institut a Firenze una annotazione sulla fotográfia (Croci n. 5572) dice il dipinto in collezione privata a Modiano (Bo). Dalia foto comunque si legge chiaramente l'iscrizione sul parapetto : « FRANCIA PAULO ZAMBECCARO PINXIT MCCCCCIII ». Le opere del Costa cui queste composizioni del Francia si avvicinano sono : la Circoncisione eseguita per la chiesa di S. Maria della Vita a Bologna, poi a Berlino (distrutta) databile per vie documentarie al 1502, e la pala con S. Petronio in trono tra i SS. Francesco e Domenico dipinta nel 1502 per la Chiesa dell'Annunciata a Bologna, oggi nella Pinacoteca della città. Cf. Varese, op. cit. (n. 19) n. 38, tav. X. 22 Londra, National Gallery, Inv. n. 638. Cf. Lipparini, op. cit. (n. 7) p. 102 e Davies, M., National Gallery Catalogue. The Earlier Italian Schools, London 1961, pp. 203-204. New York, Metropolitan Museum of Art, Inv. n. 1982. 448, cf. Zeri—Gardner, op. cit. (n. 21) pp. 22-23.

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