Varga Edith szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 78. (Budapest, 1993)

TONIOLO, FEDERICA: I dipinti di Francesco Francia e della sua bottega conservati al Museo di Belle Arti

sullo sfondo il paesaggio alberato e roccioso che dégrada poi verso l'orizzonte. La luce calda e fusa intride i colori smaltati rendendoli naturali. Se la composizione richiama prototipi veneti e in particolare quelli di Giovanni Bellini che porto il génère della Madonna con il Bambino ad altissimi vertici qualitativi già negli anni ottanta del Quattrocento, stilisticamente Topera dimostra forti prestiti anche da un altro artista di primo piano di quegli stessi anni, Pietro Perugino. Il Francia nelle opere dell'ultimo decennio del secolo segui da vicino l'operato del pittore umbro accostandosi ancora di più al suo insegnamento quando, proprio alio scadere del secolo, potè conoscere direttamente due sue opere eseguite per Bologna : la pala per la cappella Scarani in San Giovanni in Monte oggi in Pinacoteca 9 e la miniatura del Libro d'ore Ghislieri Albani. 10 Attraverso opere corne queste bolognesi ed altre eseguite per centri dellTtalia del Nord Perugino fa conoscere nel settentrione un nuovo modo di dipingere e di costruire lo spazio che si allontana dalla razionalità della cultura disegnativa e prospettica quattrocentesca. Il pittore ricerca qui valori di simmetria, di superficie e di luce più vicini alla verità naturale e nello stesso tempo riecheggianti l'euritmia dell'arte classica. Il Francia gli si affianca in questa evo­luzione con grande prontezza e originalità. Lo stesso Vasari nel Proemio alla Parte III délie sue Vite accomuna Pietro Perugino e Francia bolognese evidenziando come i due artisti avessero iniziato a dipingere secondo una nuova « dolcezza ne' colori unita » che per lo storico aretino anticipa la maniera moderna che di li a poco sarà inaugurata da Raffaello. 11 Di quanto lo stile del Francia maturi nell'ultimo decennio del Quattrocento lo dimostra nel génère della pala d'altare un raifronto tra l'ancona Bentivoglio nella cappella omonima in San Giacomo Maggiore a Bologna, databile al 1493-1494 circa, (fig. 31) 12 e le due pale, una raffigurante la s Per la riproduzione cf. Castellaneta, C. —Camesasca, E., Uopera compléta del Perugino, Milano 1969, p. 95, n. 50. La pala non c datata ma ci soccorrono nella datazione, oltre al giudizio stilistico, le vicende costruttive della cappella. Sappiamo che il suolo fu ceduto a Gabriele Scarani il 20 marzo del 1497 e che la costruzione architettonica si protrassefino al 1499 che diviene dunque termine « post quem » per l'esecuzione della pala (cf. Supino, J. B., UArte nelle chiese di Bologna secc. XV-XVI, Bologna 1938, p. 315, nota 7). 11 termine «ante quem» è il 25 novembre 1504 quando, nel proprio testamento lo Scarani a proposito della cappella non accenna a lavori da Ultimare ma dispone solo per le messe da celebrare al proprio altare (cf. Gerevich, T., Francesco Francia nell'evoluzione della pittura bolognese, Rassegna d'Arte 8 (1908) pp. 121-123, pp. 139­142 in partie, p. 142, nota 4). Vedremo in seguito corne la pala del Francia datata 1500 oggi alla Pinacoteca bolognese riprenda cosi puntualmente lo stile dell'ancona Scarani da divenire per l'esecuzione dell'opera di Perugino un valido termine stilistico « ante quem ». 10 Libro d'ore Ghislieri Albani, Londra, British Library, Inv. N. Ms. Yates Thorn. 29. Scritto e miniato molto probabilmente a Bologna per Buonaparte Ghislieri c databile al 1500 ca. Perugino minia e firma la c. 132v con il Martirio di San Sebastiano (cf. Evans, M., Italian Manu­scripts Illumination 1460-1560, in Cat. Renaissance Painting in Manuscripts. Treasures from the British Library, New York 1984, pp. 123-131). Come ha proposto il Lucco (cf. La cultura figu­rativa padana al tempo del Codice Hammer, in Cat. Leonardo : il Codice Hammer e la Mappa di Imola presentati da C. Pedretti, Firenze 1985, pp. 143-154) il San Girolamo pénitente del f. 127v puö essere atttibuito al Francia che dunque si trova a lavorare proprio alio scadere del secolo a fianco del Perugino. 11 Cf. Vasari, G., Le Vite IV, (ed. cons, in ristampa anastatica) Firenze 1973, p. 9. 12 Bologna, S. Giacomo Maggiore, Cappella Bentivoglio. La pala (su tavola) è firmata sulla base del trono : « IOHANNI BENTI VOLOlII. FRANCIA. A VRIFEXj PINXIT». La data­zione entro il 1494 si evince da varie ragioni rese note da Ottani Cavina, A., La Cappella Benti­voglio, in // tempio di San Giacomo Maggiore in Bologna, Bologna 1967, pp. 117-131. Conferma la datazione anche 1'evoluzione parallela in chiave umbro-fiorentira del linguaggio del Costa visibile nelle lunette della cappella e soprattutto in quella con la Visione dell'Apocalisse del 1494

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