Varga Edith szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 76. (Budapest, 1992)

CARLONI, PAOLO—GRASSO, MONICA: Due ritratti di Anton Francesco Doni dipinti da Tintoretto

vi si raccomanda. Di Venetia, a di V di marzo MDLIII. Obligatissimo aile vostre cortesie. Il Doni vostro. » 8 E quale sarà il « ritratto mirabile uscito dal vostro pennello », dato per disperso da tutta la critica, se non questo dipinto di Budapest, che dunque va situato — stante la dedica del marzo 1553 — con un margine di possibilité, proprio tra il 1551 e Fini ­zio del 1553? La dedica fornisce altri indizi: prima di tutto dedicare a Tintoretto il libro di un « poeta pittor di grottesche », fa pensare che Doni e Tintoretto fossero in sintonia neirapprezzamento di quella récente ondata del nuovo gusto manieristico che si era diffusa dalla fine del quarto decennio de! secolo a Venezia con l'arrivo dei due Salviati e di Giorgio Vasari. Di quel nuovo gusto artistico tosco-romano Doni aveva fornito, proprio nel territorio « ostile » di Venezia, un manifesto teorico nel suo libro // Disegno del 1549. 9 La critica infatti ha già sottolineato questa concordanza di scelte teorico-artistiche, evidenziando come Tintoretto e Doni si trovarono nello stesso schieramento a proposito délia polemica suscitata dal Giudizio michelangiolesco, prendendone le difese contro le censure di un Dolce o di un Aretino. 10 La stessa chiusa délia dedica, in cui compare il nome dell'editore Francesco Marcolini, è di grande importanza perché proprio quest'ultimo era stato un promotore del nuovo linguaggio manierista tosco-romano, attraverso le illustrazioni del suo libro Le Sorti pubblicate nel 1540 e ristampate nel 1550. L'infîttirsi dei rapporti tra Doni e Tinto­retto avviene proprio nei primi tre anni del sesto decennio del secolo, quando Doni stava acquistando una decisa leadership culturale a Venezia. Egli vi era arrivato alla fine del 1548 e nel 1549 aveva fondato l'Accademia Pellegrina, che includeva tra gli altri Tiziano, Sansovino, Dolce e Tintoretto, con Francesco Marcolini nelle vesti di editoré dell'accademia. 1 rapporti con Tintoretto saranno iniziati proprio in questo periodo — se si esclude la pur suggestiva possibilità di farli iniziare verso il 1547, periodo delTipotizzato viaggio di Tintoretto a Roma, ove era présente anche Doni, o meglio ancora, già nel 1544 durante il primo viaggio di Doni a Venezia — e devono essersi fatti sempre più intensi quando, dal 1551, Doni comincia a pubblicare per Marcolini, raggiungendo una grande fama e un certo benessere. Già nel 1969 la critica aveva segnalato Timportanza délia stamperia di F. Marcolini nell'evoluzione artistica di Tintoretto, ipotizzando in Doni, che proprio in quegli anni Ii pubblicava, un possibile tramite per la diffusione di stampe di artisti manieristi italiani e nordici, che Io scrittore fiorentino collezionava in gran numero. 11 Si ricorda che Tintoretto avrebbe inoltre dipinto, il 15 settembre 1551, il ritratto di Francesco Marcolini, corne è testimoniato da Marcolini stesso in una sua lettera aU'Aretino. 12 Ciô è una ulteriore conferma alfipotesi di datazione del ritratto di Budapest che si è fornita airinizio, cioè tra il 1551 e il 1553, e verosimilmente nel 1552. Non sarà un caso 8 Rime del Burchiello Comentaíe dal Doni, Venezia 1553, pp. 3-6. Tale dedica è già nota alla critica, che perö, circa il ritratto, si limita a considerarlo « disperso ». Cf. Pallucchini, R.,­Rossi, P., Tintoretto. Le opère sacre e profane I, Milano 1982, p. 226; Grendler, P. F., Critics of Italian World 1530-1560, Madison 1969,'p. 65. 9 Cf. Carloni, P., La teória artistica di A. F. Doni, in corso di stampa in Notizie da Palazzo Albani. 10 Pallucchini-Rossi, op. cit. p. 64. 11 Pallucchini, A., Tintoretto, Firenze 1969, pp. 9-10 e p. 15. 12 Cf. Pallucchini-Rossi, op. cit. p. 125.

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