Hessky Orsolya - Róka Enikő szerk.: Pittori ungheresi in Italia 1800–1900, Aquarelli e disegni dalla raccolta della Galleria Nazionale Ungherese (Galleria Nazionale Ungherese di Budapest 2002/2)
ORSOLYA HESSKY "Se vuole diventare pittore". Pittori ungheresi in Italia 1800-1900
47. Libay, Károly Lajos: Venezia, Ponte cTAlbero, 1851, n. 75. Sándor Kozina (1808-1873) 45 arrivö in Italia - da Parigi - nel 1829, cinque anni prima di Barabás e, dopo aver visitato Firenze e Napoli, si stabil! a Roma. Copio le opere dei grandi maestri rinascimentali (ripr. 44.) e disegno molto all'aperto. Le sue opere che rappresentano particolari di Roma, furono realizzate con dei tratti di matita o di penna finissimi e precisi nei più piccoli particolari, e si distinsero per da un modo di vedere quasi realistico. Pare che Kozina avesse una personalità molto indipendente che lavorava sempre da solo per seguire la sua strada. Lasciata Roma all'inizio del 1834, si stabil! a Venezia per un periodo non troppo lungo. In quel periodo incontro Miklós Barabás nel Palazzo Ducale, che poi ricordö questo incontro anche nelle sue memorie. 46 Sappiamo da lui che nella pinacoteca Kozina copiava le opere dei maestri veneziani. Tornö in Ungheria quello stesso anno. Károly Lajos Libay e i viaggiatori della seconda meta delPOttocento Károly Lajos Libay fu il miglior rappresentante del vedutismo ungherese delPOttocento. 47 Non acquis! mai molta pratica nella pittura a olio era attratto soprattutto dal disegno dei paesaggi all'aperto e si ispirö al giovane Thomas Ender (1793-1875). Probabilmente verso il 1851 conobbe il granduca Giovanni che gli affidö il compito di girare l'Italia e di immortalare i monumenti e i soggetti più belli. Libay, quindi, part! da Vienna nel maggio del 1851 con l'aiuto del granduca, ma come libero viaggiatore. Grazie ai suoi disegni possiamo ricostruire con esattezza il percorso che fece, ed è facile constatare che segui il solito itinerario dei viaggiatori che risultavano sempre attratti dai monumenti di Venezia, Firenze, Roma e Napoli. Libay disegnö ed acquerellö ovunque: nelle sue opere i monumenti famosi si alternano ai paesaggi che attiravano la sua attenzione. Similmente agli altri artisti dell'epoca anche lui s'interessö alPosservazione précisa dei piccoli particolari e alia rappresentazione della prospettiva lineare e dell'effetto del chiaroscuro - in questo senso segui il metodo di Piranesi e dei grandi vedutisti italiani: Canaletto, Guardi e Belotto. Alio stesso tempo non fu seguace né delle tradizioni della paesaggistica classica, né della corrente romantica. La sua personalità artistica lo condusse al naturalismo, come dimostra anche l'assoluta assenza di figura umana nelle sue opere. Benché avesse incontrato Károly Markó senior 48 , visitandolo nel suo atelier, il vecchio maestro non ebbe nessuna influenza su di lui. Libay lavorava sempre a contatto con