Hessky Orsolya - Róka Enikő szerk.: Pittori ungheresi in Italia 1800–1900, Aquarelli e disegni dalla raccolta della Galleria Nazionale Ungherese (Galleria Nazionale Ungherese di Budapest 2002/2)
KATALIN SINKÓ Viaggiatori ungheresi in Italia
5. Libay, Károly Lajos: Panorama di Firenze, 1851, n. 78. Fleischer trovö, nei registri dell'Accademia, i dati relativi all'iscrizone di öltre mille studenti ungheresi, comprese le specializzazioni nel campo dell'artigianato 12 . I registri non contengono la nazionalità degli studenti, solo l'età e la città d'origine. Naturalmente il caposaldo dell'Accademia era la devozione el potere imperiale, principio che l'istituzione era impegnata a diffondere. 13 Molti dei premi in palio furono vinti dagli studenti di provenienza ungherese. 14 Le ricerche ungheresi sull'arte dell'Ottocento non presero in considerazione il carattere monarchico dell'Accademia, e cercarono di inserire nell'arte ungherese soltanto gli artisti magiari, benché meta del paese fosse di nazionalità che a quei tempi si chiamava: hungarus - e non parlava ungherese. Gli aspetti della nazionalità e della lingua cominciarono ad avère un ruolo importante soltanto dopo il 1830. I dati che abbiamo a disposizione rivelano che fino agli anni '30, sia a Vienna che in Ungheria non si parlava di tutela dell'arte nazionale, ma dell'arte considerata nella sua universalità. Gli aristocratici e i prelati ungheresi non facevano distinzione di origini o di lingua nel caso degli artisti, ed aiutavano anche quelli che arrivavano dall'area Cislajtania della monarchia o addirittura dall'Italia. Per i loro viaggi gli aristocratici ungheresi sceglievano dei maestri con un'eccellente cultura accademica, ma non era raro neanche il contrario: cioè che agli artisti che vivevano in Ungheria venisse commissionato del lavoro dalla parte Cislajtana della Monarchia. Per fare alcuni esempi: nel 1820 Johann Ender accompagnö István Széchenyi nel suo viaggio in Italia 15 , nel 1842, tra i compagni di viaggio di Edmund Zichy, ossia Iván Forray (ripr. VIII-IX.) e Artúr Batthyány, che attraversarono l'Italia per arrivare in Africa' ci fu Joseph Heicke, 16 nel 1851-52 Károly Libay (ripr. 4-5.),