Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs 31. (1978) - Festschrift für Richard Blaas

Francesca MORANDINI: Vienna alia metä del secolo XVTH nella descrizione del manoscritto 684 dell’Archivio di Stato di Firenze

Vienna alia metä del secolo XVIII 129 ratore che andava al campo. II 16 luglio il cavalier Gaetano Pecci viene rice- vuto lui pure dalTimperatore. II 17 tutti vanno a visitare insieme al conte Carlo Colloredo22), vicecancelliere imperiale, il campo presso Neustadt. Qui li portano a vedere (e la nóta é piuttosto ironica) il casino preparato per l’imperatore „che era composto di távolé e tele dipinte, con varie statue e motti latini alludenti alle virtú déllé Maestä Loro“. Dopo la rassegna déllé truppe da parte di Sua Maestä, lo accompagnano a visitare a Neustadt che dista un miglio, la fabbrica del nuovo collegio militare. Pariando e intratte- nendosi con i due principi e con il cavalier Pecci, Sua Maestä mostra la sua insoddisfazione per gli esercizi delle truppe fatti con „il nuovo metodo“. Egli apprezza invece il reggimento Piccolomini passato in rivista qualche giomo dopo a Schönbrunn; questo regimento „veniva di Transiivania per passare in Boemia“. Tra i vari ufficiali i Corsini ebbero occasione di incontrare vari si­gnori italiani „come Vitelleschi di Fuligno, Pellegrini di Verona, Venturi di Siena, Caprara di Bologna“. Il 24 luglio insieme al conte Firmian i nostri viaggiatori vedono quello ehe, a loro giudizio, é il piú bel palazzo di Vienna, il palazzo Liechtenstein: „Vi si trovö una bella collezione di quadri tutti scelti. La storia dei Decii di Rubens contenuta in sei grandissimi quadri é veramente un capo d’opera. Ha avuto il signor Principe cura d’aver qualcosa di tutte le scuole e siccome non gli manca né gusto, né denaro, gli é riuscito avere delle migliori cose.“ Il 27 luglio tornano a Kittsee per assistere agli esercizi militari e vedono fi- nalmente Presburgo ehe non mostrano perö di apprezzare molto: „quantunque sia la capitale dell’Ungheria superiore, nonostante ella é una piccola cittä e mal fabbricata . . .; vi é un vasto palazzo, che risiede in luogo elevato di cattiva architettura, ove sta la corte al’occasione della dieta.“ Il 5 agosto invitati a pranzo dal principe (Emanuele) Liechtenstein, possono ammirare altri suoi quadri, tra cui due „ben conservati“ del Correggio; egli moströ loro anche „le sue guoie e i suoi integli veramente bellissimi“. L’abi- tazione dove egli alloggia é perö menő bella, a detta dei visitatori, del pa­lazzo precedentemente ricordato. Nelle vivaci deserizioni, che seguono, di certe cerimonie religiose svoltesi il 6 e 10 agosto, troviamo lo scherzoso e scettico spirito toscano. Ma leggiamo il diario: „S’andö dai padri gesuiti a visitare un certo padre Cito (Zitto), napoletano, che ha molto credito a Vienna. Fu confessore dell’imperatrice Guglielmina Amalia fino alia di lei morte e ne pubblicö la vita assai malamente. Predica tutte le mattine in italiano nell’oratorio dei gesuiti. Ottenne dalia detta imperatrice un piccolo corpo santo, di quelli che suol regalare la corte di Roma, battezzato col nome di San Giulio martire. S’é immaginato di seriverne la vita, ne ha sparso la devozione per tutta 1’Austria, ha fatto fare dell’abate Metastasio un inno ehe fa cantare nelle processioni in onor suo e raccoglie tutto giomo delle elemosine considerabili da impiegarsi, cosi egli dice, a glo­ria di Dio!“ 22) Egli viene definito da Lorenzo Corsini nella sua relazione sulla corte „come uno dei migliori soggetti ehe siano a Vienna“. Mitteilungen, Band 31 9

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