Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs 31. (1978) - Festschrift für Richard Blaas

Francesca MORANDINI: Vienna alia metä del secolo XVTH nella descrizione del manoscritto 684 dell’Archivio di Stato di Firenze

126 Francesca Morandini baciare loro la mano unitamente con gl’altri. Ma avendo il conte Khevenüller detto che ciö non poteva farsi senza aveme previamente avvertito le Maestä Loro, venuto il mo­mento che passö l’imperatore e l’imperatrice con l’imperial famiglia, si fu ammessi tutti insieme alia rinfusa al bacio della mano. Eravamo molti ehe dovevamo essere presentati; onde ci fu ordinato schierarci su due file alia porta della gran sala, di dove passando i sovrani, stesero ad ognuno la mano. Entrö tutta la corte in una stanza ap­presso la detta sala, dove erano disposti diversi tavolini da gioco. L’imperatrice si pose a giocare nel mezzo con tre dame . . . L’imperatore vestito in abito alquanto positivo, andö girando da una parte e l’altra e discorrendo in maniera assai cortese e familiare . . . Indi si ritirö nel suo appartamento e dette fine a questa conversazione ehe si chiama appartamento.“ I principi tornano a Vienna e passano la serata dall’ambasciatore di Napoli (Pietro Beccadelli di Bologna-Reggio) principe di Camporeale, dove, come vedremo, si recheranno il piú spesso possibile durante il loro soggiorno Vien­nese perché „qui, öltre al divertimento del gioco, si poteva ricavare qualche profitto dai discorsi della compagnia ehe vi si radunava, ehe ordinariamente era composta di ministri esteri e di forestieri di ogni condizione.“ II giorno seguente, dopo la messa nella chiesa dei padri cappuccini, dove „stanno i depositi degli imperatori ed imperatrici defunte, che non hanno pe- raltro niente di particolare“ . . ., i nostri viaggiatori tornano a Schönbrunn „dove era cappella. Ebbero udienza dalia principessa Cariotta sorella dell’imperatrice ehe parve loro di belle ed obbligate maniere“. Nel pomerig- gio sempre a Schönbrunn poterono assistere nel teatro di corte a un nuovo dramma dell’abate Metastasio intitolato L’Eroe cinese. Esso fu cantato dalle dame e vi presenziarono l’imperatore e l’imperatrice. I giorni successivi incontrano vari personaggi tra cui monsignor Molitoris, uno dei consiglieri del consiglio di Toscana „uomo veramente da bene e di gran talento“. Il 26 giugno ritomano a Schönbrunn „per vedere lo sposalizio di una dama di corte. Fu questo fatto da monsignor Nunzio, essendovi presenti imperatore, imperatrice e tutta la corte. Parlö Monsignore in ita- liano agli sposi e dimandö loro se erano contenti; prima di rispondere di si, si volta- rono ai sovrani come in atto di chiederne la permissione. Detto tutto quello che pre- scrive la Chiesa in simili circostanze, Monsignore mise in testa di ambedue una corona di fiori e poi intonb'le litanie della Madonna, terminate le quali prima lo sposo e poi la sposa baciarono le mani ai sovrani e alle arciduchesse e . . . restarono a pranzo alia corte ... Női si ritornö a Vienna“ — continua il diario - „e per istrada ci fermammo a vedere il Collegio detto Emmanuelliano14) diretto dai padri delle Scuole Pie. É questo di nuova ehe „la sua passione dominante é il denaro: si pretende abbia ragunato somme immen­se, poco perö ancora dalia Toscana“. E continua ironico „Non dirö nulla dei suoi ta­lenti per il mestiere della guerra .. .; inoltre l’imperatriee non lo tiene in nessuna considerazione, non si rapporta mai a lui specialmente di ciö ehe riguarda il buon go- vemo e il regolamento dei suoi stati ..." - Quanto all’imperatrice Maria Teresa, il Corsini la descrive „di maggior spirito e piu talenti di tutti i suoi antenati. Ha ima grandissima penetrazione di mente e non vi é affare spinoso e difficile ehe non sappia sciogliere. Conosce e paria italiano, tedesco, spagnolo, francese e latino. Ha una vera e soda pietä senza bigotteria e superstizione“. 14) La cosidetta „Savoyische Ritterakademie“.

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