Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs 1. (1948)

MAASS, Ferdinand: Vorbereitung und Anfänge des Josefinismus im amtlichen Schriftwechsel des Staatskanzlers Fürsten von Kaunitz-Rittberg mit seinem bevollmächtigten Minister beim Governo generale der österreichischen Lombardei, Karl Grafen von Firmian, 1763 bis 1770

338 Ferdinand Maaß questo zelante buon prelato avrebbe potuto dar passo ad alcuna delle cose convenute, che tutte dalia sua sola autoritä dipendono, come sarebbe stato di aver giä ampliata la facoltä a suoi vicarj foranei nell’istesso modo, che pratica questo signore cardinale arcivescovo colli vicarj dello stato svizzero; come altresi avrebbe potuto porre in pratica la convenzione, che qui si é stipulata per la caccia tra la curia arcivescovile, e il foro secolare, che mi é stato significato essere il maggior motivo di doglianza de’grigioni, ma non s’e potuto effettuare per i motivi, che in appresso accennerö. In quanto poi al secondo, sebbene sia un punto dipendente dal concordato di Roma, ad ogni modo dovrebbe la repubblica prestarsi, che potesse il vescovo esaminare i laici per provedere a que’disordini, che di buona voglia vorrebbe levati, e contro i quali pure si dolgono i grigioni, dovendo persuadersi, che riuscira all’efficaci interposizioni di S. M. d’ottenere da Roma il concordato. Io mi Valero delle ragioni allegate da esso monsignore vescovo, massimamente per l’immischianza de’ laici nelle elezioni degli ecclesiastici, affine di fargli comprendere, ch’egualmente questo prelato ha motivo di lagnarsi, e perché v’apportino l’opportuno provvedimento. Il fatto perö sostanziale si é, che in voce mi ha riservatamente confidato detto avvocato fiscale, che monsignore vescovo di Como si trova colle mani legate da Roma, mentre il signore cardinale segretario di stato gli ha scritto ehe debba niente intraprendere delle cose del trattato sin a nuovo ordine, soggiungendomi l’istesso fiscale in atto di particolar confidenza, ehe questo buon prelato era timido, ne voleva esporsi a redarguzioni, onde ho ricono- sciuto, ehe vieppiü si é verificato quanto ho giä significato a V. A., che non aveva petto di dire sua ragione con Roma. Mi ha perciö pregato, ehe per mezzo dell’imperiale regia nostra corte venisse efficacemente scritto senza ehe fosse scoperto d’aver propalato il mistero della sua innazione, massima­mente rispetto alia provvidenza da darsi in materia di caccia. Per questa delicatezza si é astenuto detto fiscale ne’papeli presentatimi di nominare trattato, sui timore ch’io ne facessi uso, e si é anche contenuto in termini unisoni alii sagri canoni, e agli veglianti editti per gli ecclesiastici. Mi ha successivamente significato esso fiscale, che gli ecclesiastici della Valtellina siano ricorsi a Roma forsi con sentimenti esagerati, e che questo possa essere nuovo motivo, che il detto signore cardinale segretario di stato usi le sin qui praticate difficoltä. Oggi é ripartito detto fiscale, e con mia lettera ho animato il prefato prelato a cooperare per il concordato, unico mezzo per togliere le discrepanze, e gli ho insinuato che ampliasse frattanto la facoltä a vicarj foranei. Da tutto ciö l’A. V. comprenderä d’onde derivino i principali ostacoli, il che Le servirä per quelle misure, e direzioni, che 1’illuminato suo discernimento crederä le piu adattate; e col maggior rispetto, e somma venerazione ho l’onore di raffermarmi di V. A. .. . 26. Firmian an Kaunitz, am 29. Mai 1764. Obwohl Firmian den Bischof von Como aufgemuntert hat, sich in Rom für das Zustandekommen des Konkordates einzusetzen, hat er doch wenig Hoffnung,

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