Antonius Fekete Nagy: Monumenta rusticorum in Hungaria rebellium anno MDXIV (Magyar Országos Levéltár kiadványai, II. Forráskiadványok 12. Budapest, 1979)
MONUMENTA
questo, sti signori se trovavano a mal partito, e avisono per tutta la 35 Boemia, in Transilvania, in Croazia, che venisseno con zente contra di questi cruziati. E in questo tempo se intese, a una vila, lonzi mia 5 di nostri italiani, di Buda, erano radunati da zercha 3000 de ditti cruziati, i quali venivano a la volta di Peste, ch'è una terra per mezo Buda apresso il Danubio, et erano per voler prender quella. E si la sorte permetea 40 havesseno roto li nostri che h andono a l'incontro, e Buda e ogni cossa era soto villani. In modo che si messe in hordine un capetanio se chiama Bernamisun valente vecchio, e con zerca persone 1000 tra cávalo et pie' andoli incontra e h aquisto e tajô a pezi da 400 di loro, lo resto prese e con la grazia di Dio vene con bella vitoria. Da poi doman fono liberati 45 el forzó di quelli presoni, provando come li erano venuti per forza in loro compagnia, e promesseno con sagramento non ne tornar più: o de questi presoni ne fo electi 16, i quali erano stati principali, e questi fono il di seguente impalati, chi per fianco, chi drieto, chi per el peto con i pié in suxo; le pezor cosse che mai habi aldito far; e questo è sta fato perché 50 anche loro hanno usato grandissima crudeltà contra i signori e nobeli; fra le altre loro villani hanno impalato el padre e el fio su uno palo medemo, el fio de soto, el padre de sora: cosse inaudito ! Apresso, l'é zercha un mese che zonse il vayvoda . . . con persone da 22000, el qual si acampo a l'impeto del campo de questo Sichel Giorgio, 55 et erano sotto la mazor fortezza che sia in Hongaria, ch'el Turco mai non poté nuoxerli, chiamasi Segadin, ch'è un castel fortissimo, e li el vayvoda si messe in el campo de i nimizi, che tutti quelh ch'erano per forza se tirasse do una banda, perché sopra la sua fede non li faria despiazer nissun, in modo che tutti si fezeno da una banda, e restó solo 60 , questo Sechel Giorgi con 16 soi seguazi a cávalo. Vedendo questo, costui volse fuzer, et investi in alcuni, e ne amazó lui solo do, e lui fo preso con 4 ferite a morte; etiam fo presi tutti quelh 16 a cavallo vi vi e sani. Da poi il vayvoda li tolse ogni cossa, e participo con quelli villani, e li lizenzió con gran promesse; i quali andono a casa sua. Peze poi menarse 65 davanti Sichel Giorgi, e lo examino che fantasia era stata la sua a far questa movesta. Li disse come el volea renovar el regno de Hongaria. In quello, comando il vayvoda che li fosse portado una sedia, e lo feze sentar, e lo ligono, e comando a quelli 16 capi presoni che comenzaseno a manzar; e cussi feno a bocón a bocón a manzar fina che li so vedea le 70 buelle e le osse per tutto. Da poi li feze meter una corona de fero afogada in cao, poi li tajó la testa, che l'era morto, e la mandó, s'una lanza a presentarla soto al dito castello. Poi el tajó pur assai de quella compagnia, e feze impalar quelh 16 che manzô lui. Etiam qui in Buda i hanno fato 1© più gran becharie dil mondo di costoro; e l'altro eri fezeno squartar 75 un prête vivo, et rostino un frate vivo; da poi l'altro zorno justixió tre preti, uno impaló, l'altro su la ruoda, l'altro squartó vivo; impalai gran quantità. Hanno fato cosse teribele e stupende ! Ancora el se trova da un'altra banda un prête se chiama Lorenzo Pop, el quai è capo de zercha 16000 de sti villani, el qual el vayvoda l'ha torniato, et ha fracassato o 80 ta jato a pezi el forzó d'essi et ha preso sto prête vivo, el qual aspetemo de zorno in zorno, e si farà de lui una bella justitia. Eri fo scortegado vivo colui che impaló quel vescovo de Segadin, che la più azerba morte non vidi far di questa, vivete zercha mezo zorno, etc. ... 13 Monumenta rusticorum . 193