Levéltári Közlemények, 70. (1999)

Levéltári Közlemények, 70. (1999) 1–2. - FORRÁSKÖZLÉSEK - Tóth István György: Egy bosnyák misszióspüspök térítőútjai a hódoltságban : Matteo Benlich belgrádi püspök levelei Rómába, 1653–1673 / 107–142. o.

124 Forrásközlések solevando la gente contra loro impero, et subito mi fece prigione, et perché era sotto la sera furono peggi per me certi christiani et alcuni Turchi sino a dimani, giorno poi seguente sublevö tutta la cittá contro di me, et in publico tribunale doppo tanti argumenti e mie diffese me condenarono a mettermi in forteza come traditore, et cosi doi giorni fui in forteza e me volevano bastonare et tormentare et mi minachivano a farmi morire con la vituperosa morte, et a quelli pochi christiani minachiavano estirpatione. Niente di menő Idio benedetto fece la gratia che mi cognorebbero diversi Turchi signori di vaglia chi sono e dove sono nato e cosi scapulai la vitta, ma liberarmi delle loro mani bisognö pagare 400 reali 68 , et se non mi cognoscevano mai dubbito non sarei liberato, et tutto questo ho patito Dlustrissimo Padrone per 1'honor di Dio della Giesa Santa e la salute delle anime christiane et per nissun mio manchamento come é ben noto a tutti questi christiani solo il suspetto di queste guere ha cagionato (Fol. 444/v.) é verő che sono tempi calamitosi et questa parte adeso é assai in suspetto per rispetto di queste guere, nientedimeno Dlustrissimo Padrone io non ho manchato di affatigarmí nella vigna deli Signore, poiché doppo che ho ottenuto il breve apostolico deli vicariato in spatio di 14 mesi 69 fuor di altre opere pie e sante ho confirmato verso 18 000 persone in diverse parti sin adesso, cosi anco per l'avenire non mancharo a fatigarmi per 1'honor di Dio e della Giesa Santa usque ad efusionem sanguinis, solo suplico Vostra Signoria Mustrissima che mi sia in favore appreso cotesta Sacra Congregatione acciö mi faccino qualche limosina in riguardo di questa perdita, poiché ho preso questi denari a usura, et senza qualche adiuto difficilmente me liberarö da questi debiti, perché questo anno quella parochia non mi ha fruttificata altro che 50 reali e questo non basta per le vitture e presenti alli Turchi, me spedirö da qui quanto prima et andarö a Velicha 70 per spedire il nostro reverendo padre Fra Stefano diffinitore per cotesta sacra corte et per lui a pieno il rimanente scriverö a Vostra Signoria Mustrissima, álla qualle con ogni divotione bacio le sacre vesti. Di Belgrado, al primo di novembre 1653 Di Vostra Signoria üustrissima et Reverendissima humilissimo et obligatissimo servitore Fra Matteo Benlich vescovo di Belgrado 4. 1654. április 10., Velika Benlich Máté belgrádi püspök levele Dionisio Massarinak, a Hitterjesztés Szent Kongregációja titkárának AZ IRAT: APF SOCG Vol. 218. Fol. 635. eredeti, sk. aláírással TARTALMA: Mostanáig nem tudta Fra Stefano definitort Rómába küldeni, mert beteg volt, és nagyon őrizték a határokat. Ő majd mindent szóval elmond. Akadályozzák meg a boszniai püspök mesterkedéseit, aki Szlavónia e részeit magának akarja, azért, hogy elvegye a plébániákat a velikai és nasicei kolostroroktól, pedig az iskolákat az itt kapott alamizsnából tartják el. A hívek mind azt kiáltják, hogy nem akarják püspöküknek a boszniai püspököt. Amikor a levélíró Lippán járt, az ottani keresztények nagyon panaszkodtak Frat'Andrea (Stipanchich d'Almissa ferences) atyára, aki azonban a címzett sajátkezű levelét 68 tallér 69 írva: messi 70 Velika (Pozsega vm., Velika, Horvátország)

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