Levéltári Közlemények, 44–45. (1973–1974)

Levéltári Közlemények, 44–45. (1973–1974) - Balázs Péter: Viale Prela bécsi pápai nuncius jelentései az 1848. évi magyar forradalomról / 3–30. o.

18 Balázs Péter del centro di più di 30 mila combattenti. Questa armata è provveduta d'artiglieria, ed ha 4 reggi­menti di cavalleria. Finora lungi dal trovar resistenza la med.a è stata accolta dalle popolazioni con dimostrazione di gioja. Un corpo di truppe ungheresi comandate dal general Conte Telecki si è dichiarato di non voler combattere contro il Jelacic e si è unito al med.o però questi ha creduto bene di non in­corporare queste truppe alla sua armata, e le ha dirette nella Stiria. La notizia di quest'avvenimento che dev'esser considerato come una defezione ha fatto la più triste impressione a Pest,, ed il partito dei magiari sente di esser sfornito dei mezzi necessari onde resistere all'invasione del Jelacic. Il governo ungherese che è intieramente sfornito di un armata regolare, ha pubblicato una legge intorno alla coscrizione affine di porre in arma tutta la massa della popolazione. Questa legge però non è posta in esecuzione perché le popolazioni vi si ricusano. La dieta ungherese nella gravità delle circostanze in cui si trova si è rivolta all'Arciduca palatino esprimendo il desiderio che egli si ponga alla testa delle forze ungheresi destinate a combattere contro il Jelacic. L'Arciduca si è dichiarato pronto a deferire ad un tal desiderio e già è partito da Pest, ma che potrà egli fare non essendovi armata, e come si può credere che delle masse di popolo senza armi e senza disciplina­militare in un paese di pianure possa resistere ad un armata ben organizzata agguerrita? Se realmente l'Arciduca palatino sia per condur le truppe destinate a difendere il territorio ungherese contro l'invasione del Jelacic, accaderà che i due corpi d'armata si trovino a fronte l'uno dell'altro, gli stendardi imperiali sventoleranno nell'uno come nell'altro, e si vedrà che uno di tali corpi è comandato da un Arciduca, che rappresenta la persona e l'autorità dell'Imperatore in Unghe­ria, mentre alla testa dell'altro un generale che non già apparentemente ma secretamente è a credersi e ognun lo crede, che abbia un'autorizzazione se non espressa almen tacita, di agir contro il governo ungherese, cose di tal natura non accadono se non in tempi di rivoluzione, come son precisamente i tempi in cui viviamo. Io credo però che l'intenzione dell'Arciduca Stefano sia meno quella di un combattimento contro il Jelacic, che di avere delle conferenze con lui per procurare ad ogni modo di venire ad un aggiustamento. Il Jelacic si presterà senza dubbio al med.o, ma non mai sotto altre condizioni che quelle da lui già proposte, vale a dire che l'Ungheria in riguardo alle finanze, alla guerra ed agli affari esteri venga amministrata in comune colle Provincie dell'impero. Si può contare ch'egli non sia per accettare altre condizioni. Intanto il partito dei magiari sentendo quanto disperata sia la condizione in cui si trova ha inviato qui una deputazione non già all'Imperatore ma bensi al parlamento, facendo istruzione che l'Austria accorra in soccorso dell'Ungheria. Questa deputazione giunse jeri a Vienna, ma non credo che la med.a sia per ottenere un qualche risultato. Nel parlemento v'è il partito Slavo che costituisce la maggiorità, ora moltissimi vi sono in detto partito che si mostrano favorevoli al Je­lacic, che considerano, come sostenitore della nazionalità slava contro le pretese esagerate della fazione dei magyari. Non andrà a lungo che la cosa sia per esser decisa in Ungheria. Il nodo è sommamente avvi­luppato e se non si rinvengo mezzo di scioglierlo il med.o sarà tagliato dalla spada del Jelacic. 11 risultato potrà forse esser buono, in quanto che l'Ungheria che ora poco men che intiera­mente divisa dall'impero austriaco verrà ad esser riunito al med.o secondo le massime dell'antica costituzione ungherese; però i mezzi adoprati per giungere ad un tal risultato non possono essere approvati e potrebbe accadere che col tempo un tal esempio trovasse imitatori a danno della mo­narchia. 321. Dispacci alla Segreteria di Stato. N. 34. Tartalmi kivonat: Jelacic seregének jellemzése; Teleki átállása. A magyar kormány eszközei nem elégségesek az invázió megfékezésére, a fegyvertelen és katonailag gyakorlatlan népfelkelők nem tudnak ellen­állni a bán jól organizált seregének. István nádor — a magyar minisztérium felkérése ellenére — aligha fog ilyen sereg élére állni. A magyar küldöttség Bécsben nem számíthat támogatásra a szláv többségű s Jelacic-csal szimpatizáló parlamentben. A megegyezés még lehetséges feltételei. 20. Il parlamento di Vienna intorno agli affari di Ungheria. 20 Settembre 1848. Ieri il parlamento di Vienna si occupò di discuter la questione se dovesse accettar о no la de­putazione che il partito dei magiari gli aveva indirizzata. La discussione fu molto animata e durò tutto il giorno fino a notte avanzata. La fazion radi

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