Győri Tanulmányok. Tudományos Szemle 43/2021 (Győr, 2021)

Forrásközlések - Forrásközlések Bagi Zoltán Péter - Szovák Márton: Ruggerio Fabbarini leírása Győr 1594. évi ostromáról

BACI ZOLTÁN PÉTER - SZOVÁK MÁRTON senza altro aspettare vilmente cominciorono a fuggire abbandonando ogni cosa. Per il che dimostrando quelli turchi si diedero a fortificarsi et si preparorno per ostare a’ nostri, per il che sentitossi la nuova nel campo della vii fuga di quelli imbriachi dato allarme, si erano messi quelli principi animosamente a ridurre in ordinanza li soldati et per questo mandò il maestro di campo per la fanteria che dui giorni prima secondo la relatione del Palfi era arrivata in numero di quindicimila, ma cercando il signor don Giovanni per condurla al soccorso vi trovò che si erano tutti partiti né sapevosi per che causa, né da chi havessero ottenuta la licentia. Si a tal nuova si smarrirno quelli capi, può pensarlo ciascuno, ma però non volendo in così strano acci­dente mancarsi di mane, si mandò in quel instante per trecento italiani et cinquecento unghari che venissero di Giavarino, ma per esser cinque miglia lontano onde i turchi andavano sempre in numero maggiore accrescendo, senza più tardare si risolse a dare dentro con la cavallaria sola et così in tre squadroni partiti. Toccò al duca di Sassonia di assaliva verso la terraferma del Da­nubio accompagnato da don Antonio et dal 401v signor don Verginio con le loro compagnie, al conte di Sdrino dall’altra parte per fronte del marchese di Borgau con il signor don Giovanni et con il Monte, et in vero ciascuno fece il debito suo da guerrier famoso. Ma i turchi sendosi dietro alle trinciere fatte forti et in certe case di un villaggio contiguo si mantennero sempre senza punto temere. Don Antonio con le sue corazze mentre combatte con valor soprahumano colto da una balla d’arteglieria fra la groppa et l’arcion del cavallo che li cade sotto, et li passò così fatamente vicino alla schena che rimase per due hore senza potersi levare, et restava se non era soccorso da un Fabio Gallo da Osmo che smontò del suo cavallo nel quale fece salire esso don Antonio. Et fu cagione che si salvò il signor don Virginio trasportato dal suo invito animo entrato valorosamente nel fosso della trincera col cridare “Italia, Italia”. Fu combattendo con poco risguardo all’età sua ferito di due archibugiate luna nella mano della briglia et l’altra nel fianco per il che fu giudicato morto. Furono adunque levati questi due principi del campo con poca speranza, ma guarirono ambedui. Così per questo li nostri furono astretti retirarsi all’hora punto che sopraggionse la fantaria chiamata dal signor don Giovanni de’ Medici e dal Monte da Giavarino con la qual riunendossi 402r un altra volta verso le trincere. Otto dal Monte capitano di una di quelle compagnie tanto avanti si spinse che ne guadagnò infinite laude, et già havea la maggior parte delle trincere aquistate, ma trovando che il nemico è molto più addietro bene fortificato et che redottosi in forma d una mezzaluna, si manteneva saldo perocché dubitando gli ungheri d’esser tolti di mezzo, massime che si occorsero non esser seguitati dalla cavallaria dando volta essi anco si ritirarono benché in modo così strano che piuttosto fuga che retirata si poteva chiamare. [27] Per questo discorrendosi tra quelli principi il Monte disse, il cui saggio parere era quasi sempre da tutti approvato, et perciò da sua maestà creato suo consegliero di guerra, che si dovesse un altra volta provar la sorte, ma però con numero maggiore di fanteria et ordinanza maggiore. Così di nuovo fu rimandato alla fortezza per fanti, ma per la destanza tanto tempo si presi che i turchi rifatti et moltiplicati non si fece più profitto di quello che fusse fatto la prima volta, et benché venisse la fantaria ma stracca et timida et vile al possibile. Nella cavallaria entrò nelle trincera con quante forze et valore mostrose il marchese di Borgau che si aquistò nome di invincibile et immortale. Per il che vedendosi questa confusione et danno grandissimo fatto dall’arteglieria et moschettaria 402v de’ nemici se ritirò li nostri più di cento passi addietro et 150

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