Győri Tanulmányok. Tudományos Szemle 43/2021 (Győr, 2021)

Forrásközlések - Forrásközlések Bagi Zoltán Péter - Szovák Márton: Ruggerio Fabbarini leírása Győr 1594. évi ostromáról

BACI ZOLTÁN PÉTER - SZOVÁK MÁRTON unghera che 398v affrontando gli inimici quanti ne incontrorno di loro, tanti ne gettorono a terra, et così anco si mosse il restante de’ raitri et li archibugieri italiani a cavallo che per vero tutti con valore pregrorono. Solo le corazze d’Italia che erano quelli soldati gentilhuomini a cavallo che da don Antonio furono a quella guerra condotti non urtorno nella battaglia non essendoli comandato. Il signor don Giovanne col suo incredibile valore non cessare a hor di far offitio di esperto capitano, hora di valente soldato, il Monte finalmente nell’eseguire et co­mandare si dimostrò con prudenza singularissima. Non cessare a trattanto l’arteglieria nostra dalle mura tirare alli nemici, ove più folta era la calca di loro, onde ne faceva di gran danno. Fu ferito il Palfi d’archibugiata ma di poca importanza havendo lui solo fatte mirabil prove. Durò la pugna per più di quattro hore. Finalmente li nostri gentilmente camminorno a retirarsi stando ferme le picche, finché ognuno fu un salvo della fanteria così, poi le picche si ritirorno perciocché la cavalleria più di un’hora doppo si fermò nella scaramuccia. Ne perirno de’ nostri circa trecento, ma de’ turchi tremila. Et fu mezza giornata nella quale ritrovando mille soldati che già furono nelle guerre passate in Fiandra confessorno di non haver giammai visto tal cosa in una si pazza baruffa. [18] Fu causa questa 399r scaramuccia che li nostri scoprirono una mina che facevano li turchi in un belouardo mandando gli artefici a muoto a lavorarvi il giorno et la notte vi cavano fuori la materia gittandola in acqua onde poi vi rimediorno con una contramina che se non vi fosse scoperta era il periglio certo di perder la terra. Gionte allora in quella parte venturiero il signor Verginio, duca di Bracciano conducendo seco molti gentilhomini sino al numero di cento et mostrosi a prima gionta così amorevole a tutti li italiani che essendo sucesso il fatto d’arme di sopra, che quasi così si può chiamare, gli mandò il proprio medico a quelli che eran feriti et li provvide di molte cose. [19] Il primo settembre una grossa banda de cavalli turchi essendo scorsa sotto Pappa,105 fortezza de’ nostri, ma debole, dove erano quattromila fanti. Non so per qual disordine essendo usciti per combattere, vi rimosero morti mille di loro. Et li instessi passando tra i fiumi Raba et Rapha nel paese del Nadosd la predoreno tutta et presero a sacco, fuoco et ruvina con farsi anco un gran numero de schiavi. [20] Nel campo de’ turchi ad empire le fosse fatti portar li turchi circa cento di corpi de’ nostri morti nella passata zuffa sopra il terreno a vista della città li gettorno poi con la terra ne’ fossi. Era capitano di quelli turchi, che guardavano il forte già loro delli unghari tolto, uno figliolo de Sinam 399v perché lamentandose molto di questo i giannizzeri et sparlando di lui fu sforzato Sinam levarli quel grado, come anco bisognò che contra il suo proposito volere per remediare a tumulti creasse beglierbei della Grecia il bassa di Buda. Hora questo bassa per mostrarsi ben degno di grado, mosso la notte medesma se impatronì di quel passo che era contra la porta d’Albaregale che altre volte il turco havea fatto forte ma da’ nostri li era stato levato, et le fortificò benissimo con gabbioni et con trincere piantandovi tre cannoni grossi et due sagri in modo che la città veniva da parte di terra ad ogni intorno cinta d’assedio. [21] La mattina donque li nostri scopersero questo forte pieno di nuovo d’arteglieria et moschettaria et poco addietro tutta la cavalleria in un squadrone che copriva tre miglia di ter­reno. In un tempo medesmo cominciando di fuori a tirare che pareva che ’1 passato fusse stato 105 Pápa. 148

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