Győri Tanulmányok. Tudományos Szemle 41/2020 (Győr, 2020)

Forrásközlések - Domokos György - Bagi Zoltán Péter: Francesco Mella kapitány levelei Győr 1597. évi ostromáról

FRANCESCO MELLA KAPITÁNY LEVELEI GYŐR I 597. ÉVI OSTROMÁRÓL 2. Archivio di Stato di Modena, Archiviosegreto Estense, Cancelleria, Carteggio ambasciatori, Ungheria b.4./36 Francesco Mella/5-[Ir] Sono sette giorni che io sono arivato in campo con il signore Don Giovanni di Pernestan dopo l’esere stato tratenuto con il nostro regimento a Comare molti giorni di ordine di Sua Maestà, pur quando Idio a voluto siamo venuti a congiungerci con li altri. Il nostro campo è alogiato discosto da Giaverino meza lega, siamo benissimo trincierati, in questo campo non sono molti d’acordo, alcuni vogliano che si debia andar atacare Giavarino et alcuni altri vogliano che non si debia andare, et questo per la pocha giente che vi è, la qual ogni giorno va calando et in particular li nostri italiani che de ottomila che doveano esere, credo non ve ne sia quatro mila et la più parte non è di necesità et molti se ne fugano, ma Vostra Eccellenza mi creda che patiscano tanto ch’è un stupore et patiscano di mangiare perché queli che ano la cura di far venire dela vituaria, non ne fano venire, tutti li amalati si mandano a Posonia a uno ospitale che mantiene Sua Santità, ma si po’l chiamar più presto un purgatorio, onde se ne moreno in gran copia ma ce n’è una altra, più bela, che a fato scandelisar tuto questo campo, qual è che li amalati vi sono stati tratenute le paghe, di ordine di 91, onde se questi alemani mormorano le laso e iudicare a Vostra Eccellenza. Siamo in campo da sedici mila fanti e da sette mila cavali incircha in tutto per tutti. Or considera Vostra Eccellenza se con questa giente ci potè atacar Giaverino. Pur credo che si atacarà perché il signor Don Giovanni fa grande instancia che se atachi, da una parte dove lui con alcuni ingiegni si voi apostar sotto un baluardo quando però sarà fato una buona brechia, Dio voglia che riuscischa. Fra doi giorni si astrengieria la piacia et si vederà quelo si potè fare. Luni pasato che fu alii 16 del presente si partì del campo il signor Don Giovanni con licencia di Sua Maestà con doi mila fanti et mile cavali et se ne andò a San Martino, forteza del turcho ma di pocha importancia, discosto da Giaverino due leghe, per prenderlo et quando si acostansino alla tera li turchi sparaveno tre tiri di canone e levaveno li ponti e se ne fugiveno tutti lasando la forteza voda. Il signor Don Giovanni mi mandò me con un francese a reconoscere, insema andasimo tanto avanti che pasasimo il segno che ne era dato, tornasimo indietro portando nova che non si vedeva nesuno. Si avanso alcuni ongari a camino et andaveno alla fortezza et cognobero et non vi era niuno, sì ci è lasato dentro cento[lv] hongari et se ne tornasimo indietro al campo. S’è autto quel locho qual era spia di Giaverino et ogni giorno prendevano giente di queli che andavano afargi nel ritorno adietro con li turchi sortiveno di Giaverino in trecento cavali et alcuni nostri italiani quali erano vetuvieri lasaveno le trupe et andoveno verso questi turchi et incoreno una bellissima scaramusa mescolandosi insieme, vi era in particolar il signor Gasparo Turioni. Fui mandato vi dal signor Giovani a farli retirar et nel retirarsi li turchi ne cargaveno et ferireno uno italiano in la schena con una lanciata (...)... eremo discosto trenta pasi andanti l’uno da l’altro, loro con le lance in mano et noi altri con le pistole et così finesimo la nostra contesa. Dovevamo esere una ventisina per parte perché ancho li turchi si partirono ancho loro fuori de le sue trupe. Questa notte abiamo autto una 119

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