VJESNIK 19. (ZAGREB, 1917.)

Strana - Sveska 1. i 2. - 23

con lettere dei 12. si affermava. Appena pranzammo, che si portammo in Cattaro, dove coi Nobili stabilimmo di versare sulla funesta circostanza colli Estraordinario e Rettore, cosicchè la sera uniti dal primo, ed esposta parte di ciö, che sapevimo, lo sentimmo in opinione, se cosi crede­vammo, di unire tutti i Capi délie Communità di questa Provincia per versare sui bisogni instantanei, e sopra un piano conveniente al mo­mento. Lodata la di lui opinione furono chiamate le Communità tutte, le quali si unirono due giorni dopo. Il giorno prima dell' unione ritor­nammo dal Proveditore Estraordinario, e chiamato il Rettore loro comu­nicammo le nuove vocali di Venezia, e loro lessimo le lettere avute, avvertendoli, che queste erano a cognizione di tutti, onde sappessero regolarsi. Comparse la Città, e le Communità nè loro Capi all' Udienza dell' Estraordinario présente il Rettore, pronunciö egli un discorso espo­nendo le circostanze della Provincia sopra le sparse nuove, delle quali egli non aveva nè Uffiziale riscontro, esortando la Provincia a non perdersi in un tale momento, e a sugerirgli tutte le cose, che si cre­dessero opportune. La Gitta prima, dippoi le Communità tutte giurarono nuovamente fedeltà al proprio Sovrano, dipendenza da chi lo rappre­sentava, e perciö esser pronte a qualunque sacrifizio. I Risanotti, che in quel giorno con armi e da taglio, e da fuoco erano entrati in Città in numero di cento e cinquanta, e qualche altro, volendo sapere come si stava di Polvere e di Bisco tto, furono soddisfatti dall' Estraordinario ma volendo vedere i Depositi per assicurarsi col fatto, andarono cogli altri Capi della Communità a esaminarli; volevano i Risanotti tenerne le Chiavi ma destramente dal Cap.° Alberti sul momento si riebbero. All' unione suddetta tenuta dall' Estraordinario dal Co. Trifone Smecchia si voleva propporre da stabilirsi le cose tutte contennute nella qui annesa carta") per il bene, tranquillittà, difesa, ed ordine della Provincia- ma vide, che quegli non era in momento, e conobbe che le teste di quasi tutte le Popolazioni si erano riscaldate a segno, che non ammette­vano, e non avrebbero giammai ammesso un piano si fatto ; per la quai cosa si ristrinse a propporre, che da tutti i Capi delle Communità si fosse sottoscritta una carta esprimente, che per qualunque insorgenza tra in­dividuo, e individuo, tra Popolazione, e Popolazione non si dovesse usare vendetta alcuna, ma anzi dalle Communità tosto si procedesse alla pa­cificazione occorrendo anco colla forza, onde non si turbasse la tran­quillità, e sicurezza generale. Dal Dr. Luca Valeri, ch'era inteso del piano esteso nella sopraannunciata carta qui inserta*) si era propposto, che in Cattaro dovessero restare uno, o due Deputati di ogni Communità *) Tog priloga nema u ovom rukopisu.

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