VJESNIK 7. (ZAGREB, 1937.)

Strana - 59

59 et fattisi le genti di christiani Turchi, saranno li Turchi di gran longo molto più. potenti et molto più potranno danneggiare non solo l'Adria­tico et riviere d'Italia, ma anco scorrere con loro armate sino Chioza e Istria. 2. Che dove hora potiamo havere quelli popoli christiani d'Albania, et quelle bellicose et feroci genti delli monti di essa per amici et com­pagni di guerra fortissimi et fidatissimi contra li Turchi. Se non sono bora da noi assistiti, et sijno soggiogati perfettamente da Turchi, li habbiamo poi da provare fierissimi et potentissimi nemici. L'esperienza del contado di Zara, et li luochi di Zemonico, Nadin, Carin, Vranna etc. ne danno in 110 anni chiara isperienza, et l'istesso Dulcigno in Albania, già tanto a suoi fedele et hora altretanto molesto et importuno inimico, ci insegna quanto sia per succedere in tutta l'Albania et massime in li monti di quelle ferocissime naticni. 3. Che dove hora appigliandosi aU'occasioni, et accettando l'offerte et l'opere die essi popoli non solo veniamo a porre contra il Turco un'ante­murale, ma più oltre veniamo a farsi strada per le diversioni dei Turchi in Macedonia. Achaia et Morea et chi ©à, se non anco in progresso di tempo il perfetto acquisto, non sempre durerà la presente guerra tra christiani, per la quale non posiamo di presente esser soccorsi, si fara pace, haveremo agiuto, l'Iddio ci favorirà, non dobbiamo perdersi d'ani­mo, ma con viril constanza et Christiana speranza attendere alla cura del negotio ponendo ogni nostra diligenza et poi aspettando nel rimanente il favore del cielo massime altesa la nostra armata assai formidabile in Arcipelago, oportuna per tenir in sospetto Tesalonica, et le riviere di Grecia, et l'isole circomvicine. Ma per opposito non accettando hora l'occasione et la pronta opera, di essi Albanesi verniamo a porre in disperatione quelle genti di potersi longamente diffendersi da Turchi, et però essendo essi popoli perfetta­mente da Turchi soggiogati, perdiamo noi ogni buona speranza di farsi quelPantemarale, et di far altra notabile diversione all'inimico, anzi ve­niamo ad unire et accrescere la sua troppo vasta potenza in nostra total rovina. La nostra armata senza il conquisto di Tenedo, non può longamente ne con sicurezza fermarsi in l'Arcipelago. Cosi il Turco essendo libero da quell'intoppo, ne havendo in Albania il contrapeso o ritegno ò sospetto delle sollevationi di quelli popoli, potrà a suo bel agio unir le foroze, e in un medesimo tempo da molte parti per mare et per terrai a Cattaro a Sebe­nico, Zara (et piaccia a Iddio che non anco in Istria et nel Friul) darci gravi molestie, notabili danni, et intollerabili spese. Ecco dunque di quante gravi future spese di grossi eserciti in diversi

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