VJESNIK 7. (ZAGREB, 1937.)

Strana - 53

53 nelli maneggi. Al solo sentir il nome di sultan Ihaia creda credami vost. seren., che li maggior parte anco delli Turchi si sollevarano contra l'istesso imperatore. E poi più come si voglia della vittoria sua veramente desideraitissima per augumento della santa fede, non sarà egli avantaggio grandissimo, che almeno mentre detto sultan solevarà li popoli suoi de­voti e conciterà in se la furia turchesca, tra tanto la serenissima Signoria bavera tempo et comodità di stabilirsi nel regno. Si che quantunque il negotio di lui non sortisse li desiderati fini non haverebbe più occasione di temere et cio infalibilmente, poiché se bene l'imperio turchesco è di forze tanto poderose che puoco teme di forze esteriore, nulla di meno si comincia una volta snervarsi nel suo proprio corpo con rivelation et guerra intestina. Alhora mi creda pure serenissimo signore, che puoche forze esteriori bastaranno a spiantarlo a fatto. Non lassino dunque seren. principe e eccell. padri usir di mano questa desiderabilssima occasione. Vengali dunque vedersi una volta l'armi vittoriose venete anco nella no­stra afflitissima patria di esperimenti, se quello che li diciamo e verità infalibile e verità o no esperimenti ed il desiderio delli Albanesi di ser­vire codesta serenissima Republica. Vedasi chiarissimamente, che l'istesso Iddio é quello, che propone questo negotio. Questo é quanto voleno dire iri questo proposito ripetendomi nel resto alle mie suppliche date all'eccel. signor generale, 1 ) quelli tengo per certo, che egli hauera indrizzate a cotesto eccellentissimo senato. Solo mi resta di aggiungere benché con mia grandissima confusione et rossore qualmente non havendo potuto ne potendo andar alla mia residenza per le passate et presenti contigenze, e ritrovandomi haver consumato quanto havevo non cessando mai di afatigarmi al posibile per servitio della sere­nissima Republica sono sforzato supplicar vost. seren. e cotesto eccellentis­simo senato compiacersi d'usar meco ancora quella Immanità et carità, che ancora con altri prelati d'Albania si compiacieva usare, accio fin ad altro successo di cose habbi con che mantener la mia pusilita, e tanto più per non haver potuto haver da Roma cosa alcuna. Ove intendo esser nel istessi questi nostri inpieghi in questo santo negotio atendero dunque qui in Zara benigna risposta come anco risolu­tone circa il manegio d'Albania, acciò possi dar risposta al monsignor di Durazzo 2 ) et alla sua lega dal quale son stato inviato negoziare dalla comissiane dal lui mandatami per vigor della quale doveva presentar in persona sue lettere al eccellentissimo senato ma non parendo espediente all'eccel. signor Foscolo mi son tratenuto qui, et le lettere mandate, il Dio *) Leonardo Foscolo generalni mletački providur Dalmacije i Albanije. 2 ) Nadbiskup drački Marco Scura od 1640.—1657.

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